Un libro che è frutto dell’esperienza maturata nel progetto “Versi Liberi”, laboratorio di poesia ideato e organizzato dall’associazione sportiva-culturale no profit Nazionale Italiana Poeti appositamente per gli Istituti Penitenziari. Un laboratorio promosso con successo in numerose case circondariali, dalla casa di reclusione Bollate di Milano al Cutugno di Torino. E’ il volume “Mi costituisco a Modena, di Michele Gentile e Francesco Pasqual. Sarà presentato sabato 11 ottobre, alle 18, presso Palazzo Vescovile nell’ambito della rassegna “Avellino letteraria”. A introdurre l’incontro Annamaria Picillo, direttore artistico della rassegna. A partecipare all’incontro Monsignor Arturo Aiello, Vescovo di Avellino, Edgardo Pesiri, presidente onorario dell’Associazione di Promozione Sociale “Carlo Gesualdo”, di Gennaro Iannarone, già magistrato, scrittore e poeta, e di Matteo Claudio Zarrella, già presidente del Tribunale di Lagonegro. A dialogare con gli autori Rosa Mannetta, docente e scrittrice. Seguirà un intervento del giornalista sportivo Carmine Losco e un intermezzo musicale affidato al chitarrista Amedeo Morrone. I lavori saranno coordinati dalla giornalista Daniela Apuzza. I proventi derivanti dalla vendita del volume saranno destinati all’Associazione Antigone, impegnata nella tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario.
“Versi Liberi – spiegano gli autori – è qualcosa di più di un semplice laboratorio di poesia. È un punto di contatto tra sensibilità diverse e nel medesimo tempo urgenza di sensibilità. È riuscito in questi anni a creare, attraverso lo strumento della poesia, magnifici momenti di pura condivisione tra i volontari, i detenuti e molto spesso gli Operatori Penitenziari. […] Una poesia che serve quindi e che si mette a servizio di chi ha bisogno per fare da ponte tra esterno e le mura del carcere, per assottigliare i fili dell’emarginazione. Mi costituisco a Modena è la logica conseguenza in versi delle nostre esperienze con Versi Liberi nelle carceri italiane. Una sorta di rielaborazione poetica che abbiamo più o meno consapevolmente effettuato rispetto a tutte le istanze, gli echi, le aspettative, i dolori, i turbamenti, le speranze che hanno condiviso con noi i detenuti incontrati lungo questo cammino”.