Un’idea nata anni fa, cresciuta gradualmente, tra spinte in avanti e attese, poi l’accelerata, quando la narrazione trova la sua strada e si muove agile, pur negli intrecci complessi che agitano una e tante vicende familiari: potrebbe essere questo un accenno di prologo del primo lavoro letterario di Francesca Cavallone, autrice del romanzo “La figlia conforme”, Giulio Perrone editore, e che sarà presentato sabato 11 ottobre alle ore 18.30 presso la Libreria Mondadori Bookstore di Avellino, al corso Vittorio Emanuele.
Scrittura e lettura, le passioni di sempre dell’autrice, che si è specializzata in materie giuridiche ma che non ha mai smesso di coltivare e approfondire quello che chiama “lo sguardo sulle cose”, quella capacità di osservazione che ti porta a notare i particolari prima del dato generale, e che ti spinge a pensare, “però, quel fatto di vita, quell’episodio, potrebbe essere la scena di un film, la trama di un racconto”.
Una passione che si intreccia con le tematiche psicologiche, anche queste, sempre ricercate nella propria formazione letteraria.
“La figlia conforme” ha preso vita su questo terreno. L’origine di ogni cosa, la famiglia. Anche in questo caso, si parte da qui:«Non c’è famiglia in cui non ci siano elementi di conflittualità, così è stato per la mia, così è ancora – spiega Francesca Cavallone – Le scelte delle protagoniste sono l’espressione delle vicende genitoriali. La psicoterapia ce lo ricorda: noi siamo portati paradossalmente a scegliere quello che subiamo, siamo portati a replicare anche a livello disfunzionale. Ma non è un romanzo autobiografico. Ci sono sì dei riferimenti, così come ad altre persone che nel bene e nel male hanno fatto parte della mia vita, ma questa è la storia di una famiglia del Sud, tendenzialmente patriarcale, dove la componente femminile emerge attraverso le tre figlie: ognuna, a suo modo, in maniera diversa e opposta, cerca la sua autonomia».
Ma non sarà così semplice. E infatti: «Il femminile della narrazione si dirama in tre possibili strade, nessuna veramente conforme. E nessuna delle tre riesce davvero a instaurare un rapporto di sorellanza con le altre, impegnate a salvarsi individualmente dalle dinamiche in cui sono intrappolate sin da piccole».
Il messaggio? L’autrice prova a dirci che «dalla famiglia si eredita, assieme a patrimonio genetico, una componente emotiva che rende tutti molto diversi, anche se in apparenza simili. Bisogna fare i conti con questo imprinting: una condanna emotiva, per cui niente sembra come appare». Così come accade nelle pagine di questo libro. Appuntamento a sabato, alla Libreria Mondadori Bookstore di Avellino. Chiara Mazzilli dialogherà con l’autrice.