“Siamo noi l’unica alternativa al blocco di potere rappresentato dal centrosinistra e dalle destre, sono due facce della stessa medaglia”. Lo sottolinea con forza Giuliano Granato, candidato di Campania Popolare, nel corso della presentazione, al Circolo della stampa, della lista in corsa alle Regionali. “La candidatura di Fico – spiega Granato – appare in piena continuità con il deluchismo e le sue logiche di potere. Il centrosinistra è una compagine extralarge che propone il peggio di questo sistema, a partire dai figli di politici di lungo corso, come Pellegrino Mastella o Piero De Luca. Ma gli uomini di De Luca sono in tutte le liste, anche in quelle del centrodestra. Un centrodestra che appare quasi inesistente. Cirielli è l’agnello sacrificale pronto a candidarsi in cambio di un incarico nazionale di prestigio. Ritroviamo nel programma di Cirielli e Fico gli stessi sponsor economici, la stessa idea di privatizzazione di acqua e trasporti, la stessa idea di Regione, in cui il potere è nelle mani di pochi. Penso ai progetti dei megaospedali realizzati da De Luca che rischiano di essere poco più di regali ai costruttori, dato che mancano i medici, senza dimenticare le liste d’attesa infinite, l’assenza di una sanità territoriale. La sanità campana è ben lontana dall’essere un’eccellenza. Se non possiamo godere delle bellezze e dei servizi di questa terra è perchè altri se ne sono appropriati. Siamo convinti, invece, che sia possibile promuovere uno sviluppo sostenibile, capace di valorizzare sia i lavoratori sia le imprese nella gestione pubblica. Dobbiamo però fare i conti con un potere mediatico che occulta le liste alternative al centrodestra e al centrosinistra”.
Non risparmia stilettate a Fico “Continua a non dare risposte sull’acqua, sulla sanità, sulla terra dei fuochi, scomparsa dall’agenda regionale, la strategia del centrosinistra è quella di parlare il meno possibile, perchè neppure i candidati sanno cosa faranno. Del resto, a confermare che esiste una chiara continuità tra Fico e De Luca è il rinnovo di oltre ottanta incarichi di dirigenti alla Regione, come se il presidente uscente volesse assicurarsi il controllo dell’ente. Mentre Campania Popolare crede nella possibilità di una trasformazione, di un progetto concreto di Regione, che cancelli l’emigrazione sanitaria e valorizzi la medicina territoriale, in cui i lavoratori delle cooperative non vengano licenziati e non si continuino a finanziare i centri diagnostici di privati, noi chiediamo una sanità a misura dei cittadini”. Ribadisce come “Abbiamo in Campania la maglia nera dei morti sul lavoro, siamo l’unica regione in cui durante gli stage non si effettuano controlli preventivi mentre i nostri cittadini devono essere tutelati quando lavorano, gli stessi corsi di formazione professionale servono solo ad arricchire privati e non a formare lavoratori. Al tempo stesso, è inaccettabile che un vigilante o una donna delle pulizie della Regione guadagni sete euro, ecco perchè la prima misura che chiederemo sarà quella di un salario minimo di 10 euro poichè la dignità dei lavoratori è la base della resistenza di questa regione”. E ribadisce “oggi l’unica scelta possibile è tra Campania popolare e la valigia di cartone”. Quanto alla mobilitazione popolare a sostegno di Gaza, spiega come “E’ il segnale positivo di un rinnovato protagonismo del popolo, per anni il paese è stato descritto come il paese dei dormienti, ci siamo scoperti finalmente in piedi, qualsiasi ondata di mobilitazione popolare può fare bene al paese”. Ribadisce, infine, la necessità di difendere l’acqua pubblica “Quando ci sono state collaborazioni tra pubblico e privato, a mettersi in tasca i profitti erano solo i privati che non devono occuparsi dell’acqua. Un bene di prima necessità non può essere nelle mani di chi pensa al profitto. Bisogna riproporre il modello di Napoli, unica città in cui l’acqua è pubblica anche se Manfredi sta distruggendo anche questo”.
Arturo Bonito, segretario provinciale di Rifondazione, in campo a sostegno di Granato, parla di una lista pronta a contrastare il “familismo politico di centrodestra e centrosinistra, in piena continuità con il passato. Noi vogliamo, invece, dare voce ai territori, restituire ai cittadini il controllo della politica e degli strumenti necessari per ribellarsi, migliorare le condizioni di vita delle comunità e permettere loro di non lasciare la propria terra”. A prendere la parola anche Michela Arricale, anche lei candidata nella lista di Campania Popolare “Il primo obiettivo è contrastare lo spopolamento, attraverso una programmazione industriale finalizzata a rivitalizzare il tessuto produttivo, oggi abbandonato. Di qui la necessità di alleanze e collaborazioni concrete con soggetti capaci di accompagnare una crescita reale, non basata esclusivamente sul turismo o sulla svendita delle risorse. Crediamo nella possibilità di creare nuove dinamiche economiche in un Sud che guardi al Mediterraneo come centro strategico. Basti pensare alla tratta intermodale che partiva dalla Cina e arrivava a Salerno, trasportando le merci in 30 giorni. Oggi, a causa della guerra, le merci impiegano invece cinque mesi. Quella linea ferroviaria, che ha effettuato un solo viaggio, rappresentava una grande opportunità. Uno degli obiettivi della nostra politica industriale è rimettere la Campania al centro della reindustrializzazione e dello sviluppo, perchè la ricchezza non sia per pochi. Vogliamo creare benessere diffuso per tutti”. Roberto Vecchione, altro nome irpino presente nella lista insieme a Maura Iannaccone, sottolinea come “Circa il 50% della popolazione in Irpinia non partecipa al voto e viene di fatto escluso da qualsiasi rappresentanza politica, in assenza di uno Stato sociale efficiente, massacrato negli ultimi 30-40 anni. A questo 50% si affianca un 15% che vive in condizioni privilegiate a Montecarlo e l’85% che vive in situazioni equiparabili al terzo mondo, di fronte a questi dati, la disparità appare evidente. Questo 85% merita di avere diritti concreti, anche in ambito sanitario, mentre oggi persino arrivare in ospedale diventa complicato”.