Sto a dire che buone nuove, tanto inattese quanto benefiche, si levano dall’Eliseo, da quel fu cinema e teatro di affollate e vigorose partecipazioni popolari.
Interprete del suo nobile passato, si direbbe, esso s’offre oggi ad una sorta di chiamata che suoni come sveglia della Città sonnacchiosa, si spera pronta a scrollarsi da gravami oppressivi di identità e di proficuità. Prodromi questi, però, che sono emersi durante l’incontro con le Autorità cittadine, ovvero Prefetto, Commissario prefettizio, Procuratore della Repubblica, vertici delle forze dell’ordine, Questore, Carabinieri, Finanza, Provveditore scolastico, a cui va solo gratitudine per l’iniziativa e la partecipazione.
E’ davvero un regalo alla Città; è un modo di dirci: “Noi ci siamo”, allerta!
A questa offerta generosa e intelligente, hanno dato risposte Associazioni e cittadini, con contributi specifici volti all’interesse della Comunità rappresentata.
Non presente il convitato di pietra; ovvero grande assente, la Politica!
E’ emerso con parole chiare, pesanti che Avellino si svuota annualmente a causa della emigrazione giovanile, che la Caritas dà 6000 pasti giornalieri, che vi è stato inquinamento di amianto ieri, ex Isochimica, e che questo elemento dannoso è ancora presente nei prefabbricati dei rioni periferici, che le strade sono sconnesse, e non solo a Pianodardine, che non esiste trasporto ferroviario, per cui le Industrie di Pianodardine e della bassa Irpinia non potranno collegarsi con l’asse Napoli-Bari alla stazione Hirpinia di Grottaminarda. Di più.
Conoscere Avellino è sapere che il Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati è divenuto riferimento non solo per persone che richiedono immediato intervento medico, ma anche per persone che non trovano risposte nell’assistenza sanitaria ordinaria o che, addirittura, diventi luogo di ricovero per insufficienza di assistenza sociale.
Conoscere Avellino è anche sapere che essa è il capoluogo di una Provincia che disseta 5 milioni di cittadini, ma che spesso non riesce a erogare l’acqua ai suoi cittadini, causa rotture di adduttrici mal tenute, e di perpetrati abusi amministrativi d’ogni specie.
Conoscere Avellino, inoltre, è sapere che il commercio langue, e che questo è spia dell’impoverimento costante del tessuto sociale cittadino, al quale esso stesso quasi voluttuosamente da tempo si costringe.
Conoscere Avellino è chiedersi come a fronte di tanto verde, di parchi esistenti e non utilizzabili per scarso decoro, vi possa essere inquinamento ambientale, risolto, però, con l’incanto geniale delle collocazioni delle centraline di rilevamento in aree, diciamo, più “comprensive”. La salute, però, insensibile a tanto acume, non apprezza e si procura danni.
Certo, questi sono i problemi cui la Politica dovrebbe porre rimedio, ma, ovviamente, riguarda poco o nulla a quella autoreferenziale o che necessita di clientele per sopravvivere.
Nel buio del tempo nostro, però, sono spuntati bagliori dalla società civile presente al convegno, mostratasi pronta all’impegno per una progressiva crescita culturale ed economica.
In Città, per fortuna, esiste tutt’ora un tessuto sociale ancora sano, Enti che offrono produzioni culturali elevate, Conservatorio, Accademia Kandisky, gruppi musicali tanto vari e disparati da spaziare fino ad includere artisti della cornamusa, Associazione culturali, Comitati civici.
C’è fermento e volontà di partecipazione, in contrasto con il sonno della Politica;
Occorre un piano di rinascita per Avellino ed è lecito auspicare impegno serio, conoscenza e consapevolezza della realtà cittadina, perciò gratitudine alle Autorità, Prefetto, Commissario, Procuratore della Repubblica, Forze dell’Ordine, Questore, Comandante CC, Comandante Guardia di Finanza, Provveditore agli Studi e a tutti gli altri che hanno organizzato e partecipato.
Per ripetere un concetto caro a Giorgio Gaber, “la democrazia è partecipazione” e in Avellino la volontà di esserci c’è.



