E’ Roberto Montefusvi, segretario privinciale Sinistra Italiana, candidato come consigliere regionale con la lista Alleanza Verdi Sinistra, a sostegno di Fico presidente a spiegare le ragioni della sua candidatura “Per chi, come me, ha iniziato a fare politica da ragazzino in via Carlo Del Balzo, in quella Federazione in cui nessuno osò cancellare la targa dal citofono: “Partito Comunista” ,pure anni dopo la svolta, per quelli che hanno avuto come maestri Michele D’Ambrosio e Raffaele Aurisicchio, parlare di sè è sempre un pò motivo di imbarazzo la politica è stata un pezzo enorme della mia vita, da sempre, vissuta dalla stessa parte dentro le trasformazioni e le vicende storiche della sinistra italiana.
La politica mi ha dato la possibiltà di attraversare, conoscere la nostra Terra, l’Irpinia, che ho imparato ad amare profondamente pure conoscendone la natura “matrigna”. Da cui sono partito e tornato.
La politica mi ha dato la possibilità di capire che per quelli come me, per tanti e tante, per la maggioranza delle persone, gli orizzonti collettivi sono i soli dove ritrovare anche un pò di sè, della propria speranza, del proprio posto nel mondo.
Ed oggi che la mia comunità politica mi ha chiesto l’impegno della candidatura, insieme ad una valida ed eccellente compagna di strada come Giuseppina Volpe , riparto esattamente da qui.
Da dove sono sempre stato.
Lo facciamo in elezioni regionali complesse, nelle quali c’è in gioco anche un pezzo di futuro d’Irpinia.
La soluzione non può essere quella destra che trasferisce il darwinismo applicato agli individui, alle donne e agli uomini, anche ai territori. D’altronde lo hanno scritto: non c’è futuro per le aree interne, che al massimo possono essere accompagnate al declino più o meno “dolcemente”.
Perchè tutto ciò di cui abbiamo bisogno: scuola, trasporti, sanità, infrastrtutture, innovazione digitale, transizione ecologica, non può che essere immaginato se non dentro una stagione di investimenti pubblici, di ricollocazione di risorse.
Ma se la logica resta quella di lasciar fare al “mercato”, quel mercato stesso che taglia fuori persone, individui, che non reggono alla “concorrenza” farà lo stesso “lavoro” con i territori, con pezzi di questo Paese.
Che diventa sempre più diseguale, e quella territoriale è oggi una disuguaglianza tra le disuguaglianze.
Occorre, al tempo stesso, dire con chiarezza che il campo progressista deve essere forza di cambiamento dell’esistente, e soprattutto nel Mezzogiorno aspirare ad un’altra idea di governo delle comunità.
Penso che uno dei motivi di disaffezione dei cittadini da queste competizioni elettorali sia la percezione delle Regioni come centri di spesa e di potere senz’anima”
Montefusco sottolinea la necessità di “ripensare una Regione che gestisce pezzi enormi di interessi concreti delle comunità, a partite dal diritto alla salute, e che sia in grado di immaginare e programmare politiche, piuttosto che distribuire incarichi, costruire sistemi di potere.
C’è, insomma, una pagina nuova di storia da scrivere, c’è una Provincia che in questi anni ha contato poco e rischia di contare sempre meno, c’è da ripensare la nostra Terra nella modernità.
Irpinia Provincia d’Europa, dicevamo un pò di anni fa.
Forse ripartire da lì ha ancora un senso”