Si e’ chiuso con un proscioglimento il procedimento giudiziario che interessava i legali rappresentanti della “D’Agostino Costruzioni Generali” per indebite compensazioni legate ad un progetto denominato “Cantiere Telematico” con il Credito di imposta.Si tratta dello stesso Angelo Antonio D’Agostino, patron dell’Avellino Calcio, della moglie Antonella Gensale e dell’amministratore Angelo Pansa. I tre hanno ricoperto ruoli apicali nei vari anni all’interno della società finita nel mirino della Guardia di Finanza di Avellino. Il Gup del Tribunale di Avellino Antonio Sicuranza ha disposto il non luogo a procedere nei confronti dei tre imputati, tutti legali rappresentanti della D’Agostino Costruzioni Generali dal 2016 al 2019. Il pm Antonella Salvatore ha chiesto per i tre imputati, il “non luogo a procedere. Gavvocati che compongono il collegio difensivo, Teodoro Reppucci, che rappresenta Angelo Antonio D’Agostino e Antonella Gensale e Ennio Napolillo, che rappresenta Angelo Panza, hanno sostenuto che vi fossero in pieno le cause di non punibilità e quindi il proscioglimento per l’imprenditore. La tesi della difesa era stata sostenuta da una copiosa serie di consulenze e memorie.Il gup ha accolto la linea difensiva, dichiarando il non luogo a procedere perché il fatto è di particolare tenuità, chiudendo così la fase penale della vicenda.
L’accusa mossa dagli Uffici di Piazzale De Marsico riguardava la presunta indebita compensazione di crediti inesistenti con l’Erario, pari a circa 1,7 milioni di euro, per spese sostenute tra il 2017 e il 2020 relative allo sviluppo del software gestionale Cantiere Telematico.La Procura aveva contestato che tali spese non rientrassero tra gli investimenti ammissibili per la compensazione ai sensi del decreto “Destinazione Italia” del 2013. La società, invece, aveva sempre sostenuto che l’investimento rientrasse tra quelli previsti per Ricerca e Sviluppo.
La D’Agostino aveva anche restituito la cifra di circa 1,7 milioni di euro per chiudere il contenzioso con il fisco e sbloccare la misura cautelare di sequestro preventivo per equivalente della somma, scattato nei mesi scorsi. La Procura contestava a D’Agostino di aver portato a compensazione dei debiti fiscali, le spese che erano state sostenute per la realizzazione di un software di gestione dell’attività aziendale nei cantieri. Il decreto Destinazione Italia del 2013 consentiva alle imprese con determinati requisiti, di portare a compensazione dei debiti Iva le spese per l’innovazione. Nel caso della D’Agostino si trattava di circa 1,7 milioni per le annualità 2017-2020.



