Andranno tutti a processo i ventisei indagati dell’inchiesta Dolce Vita per cui la Procura di Avellino aveva chiesto il rinvio a giudizio per presunti episodi di corruzione, peculato, rivelazione di segreto d’ufficio, ricettazione e associazione a delinquere.
L’istruttoria dibattimentale avrà inizio il prossimo 24 aprile davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, a latere Fabrizio Ciccone e Michela Eligiato. A chiedere il processo il procuratore Domenico Airoma, l’aggiunto Francesco Raffaele e il pubblico ministero Fabio Massimo Del Mauro. A rinviarli a giudizio il gup Mauro Tringali , che ha rigettato tutte le richieste delle difese. Processo che si terrà di davanti allo stesso collegio, dove è approdato il giudizio immediato per l’imputato principale, l’ex sindaco Gianluca Festa. Per
Sono 18 i capi di imputazione su 19 contestati sulla base delle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo e della Guardia di Finanza che dal settembre del 2023 al marzo del 2024 hanno indagato sull’ex primo cittadino di Avellino. Il comune di Avellino, rappresentato dall’avvocato Foreste, presidente dell’ordine degli avvocati di Napoli, si è costituito parte civile nel dibattimento.
Inoltre c’è lo stralcio e richiesta di archiviazione per ventuno indagati tra questi anche l’ex sindaco Laura Nargi. É quanto emerso nel corso dell’udienza preliminare celebrata questa mattina davanti al Gup Mauro Tringaliche ha deciso il rivio a giudizio per a26 imputati. Nella replica del Procuratore Aggiunto Francesco Raffaele, infatti, che si è concentrato sull’eccezione di competenza territoriale avanzata dal penalista Marco Campora, difensore dell’architetto Filomena Smiraglia, ricostruendo la vicenda di una dirigente comunale e allo stesso tempo Vpo a Benevento, ha anche evidenziato come “la posizione della dottoressa è stata stralciata insieme a tutti gli altri soggetti iscritti nei confronti dei quali non si é deciso di esercitare l’azione penale. Il procedimento a carico di 22 indagati, per cui é stata proposta il 27 giugno 2025 una richiesta di archiviazione al gip di Avellino.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Avellino, riguarda presunti episodi di corruzione, peculato, rivelazione di segreto d’ufficio, ricettazione e associazione a delinquere. Nel fascicolo figurano ventotto imputati, tra cui ex dirigenti comunali, funzionari e collaboratori dell’amministrazione guidata da Festa. In pratica l’ufficio inquirente guidato da Domenico Airoma ha concluso il lavoro, iniziato a settembre 2023, che aveva portato all’emissione delle due ordinanze di custodia cautelare per l’ex sindaco, poi annullate dalla Cassazione. Al centro delle contestazioni concorsi pubblici pilotati per l’assunzione di vigili urbani e funzionari, oltre a presunti affidamenti diretti di lavori pubblici in violazione del principio di rotazione. In particolare, due appalti per l’efficientamento energetico di Palazzo De Peruta – del valore complessivo di circa 250 mila euro – sono finiti nel mirino della magistratura.
Per questo all’ex primo cittadino sono stati contestati i reati di associazione a delinquere, corruzione, tentata induzione indebita, rivelazione del segreto istruttorio, e il falso ideologico. Festa deve rispondere anche di peculato per la sottrazione del pc del Comune, ma non di depistaggio: la Procura si è attenuta dunque alla valutazione della Cassazione. L’ex sindaco di Avellino era tornato in libertà dopo 154 giorni trascorsi ai domiciliari nell’indagine che il 18 aprile scorso portò al suo arresto.



