Virgilio Iandiorio
Caro don Nicola
In questo giorno, in cui si festeggia il santo di cui porti il nome, non potevano mancare gli auguri degli amici, che lo hanno fatto quando eri parroco di Rocca San Felice, o di Mirabella Eclano o di Candida. Ti portavano in regalo qualcosa, anche un libro, che da te era sempre un dono ben accetto.
Anche io oggi vorrei farti un dono. Ti voglio parlare di un tuo libro, che avevi pronto per pubblicarlo, se la morte non te lo avesse impedito. Il libro, però, era stato da te dattiloscritto, con tutti i crismi dei libri lì lì pronti per la pubblicazione.
Nel 2003 l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “san Giuseppe Moscati” di Avellino, anche esso “defunto”, nel senso di soppresso, una quindicina di anni dopo la tua scomparsa, pubblicò il libro che tu avevi preparato e che avevi intitolato “Raimondo Guarini lo Studioso di Aeclanum”. E ne parlavi con un certo orgoglio perché avevi speso una vita intorno a questo personaggio che si era dedicato alla riscoperta di Aeclanum:
“Amico lettore – scrivevi nella presentazione del libro- se hai preso a leggere questo libro, lo hai fatto certamente perché ti senti mosso dal bisogno di conoscere meglio la nostra terra irpina. Per la verità essa non è stata protagonista di grandiosi eventi storici, ma neppure è vissuta nell’anonimato. La sua posizione di “ponte” fra il Tirreno campano e l’Adriatico pugliese ha visto transitare tantissima gente: il grano che dalla Puglia raggiungeva Napoli, la Capitale del Regno, è transitato per queste terre”.
Ecco “non grande”, ma neppure “anonima” la terra irpina. Questa è stata la tua lezione di storia locale, o municipale che dir si voglia. Dovremmo averla a mente soprattutto oggi, che seminiamo sulle nuvole e tracciamo itinerari, che stanno bene accanto al Ponte sullo Stretto.
Io vorrei parlarti della fortuna di questo tuo ultimo libro, ma tu non puoi sentire le parole, o non le puoi ascoltare dalla viva voce. Nella seduta del 18 dicembre 2003 Antonio Nazzaro, docente di letteratura latina nell’università Federico II di Napoli morto nel 2020, presentò il tuo volume su Raimondo Guarini:” L’opera del Gambino, ricca com’è di preziose informazioni bio-bibliografiche e di interessanti notizie storiche riguardanti l’Irpinia, è il punto di partenza per ogni ulteriore e più attento approfondimento scientifico-critico riguardante sia il nostro illustre consocio [Raimondo Guarini fu socio dell’Accademia Pontaniana] che la sua terra natale”.
Non è l’unico riconoscimento alla tua meritevole opera, perché il 9 maggio 2004 sull’Osservatore Romano il giornalista e scrittore Mario Spinelli, morto nel 2024, commentò in una pagina intera il tuo libro.” Sono pagine avvincenti sul piano storico, sociologico e psicologico, dove l’autore anche per il suo stile dotto sì, pregnante di echi storici ma anche scorrevole, popolare, volutamente semplice e divulgativo ci immerge nell’ora difficile vissuta da tanti religiosi e dalle loro congregazioni. Leggendo sui fatti e climi rievocati qua da Gambino si va spontaneamente col pensiero a certe descrizioni situazioni atmosfere uscite dalla penna di Carlo Alianello [(Roma, 20 marzo 1901 – 1981) noto per i suoi romanzi storici ambientati in epoca risorgimentale, con protagonisti gli sconfitti borbonici], nell’Eredità della priora e in altri romanzi o saggi storici sulle radici e gli aspetti ottocenteschi della questione meridionale”.
Poi nel 2011 molti tuoi amici vollero ricordarti con un convegno a Rocca San Felice, la tua parrocchia dove attirasti l’attenzione di studiosi di mezza Italia per i ritrovamenti nella Valle d’Ansanto. L’iniziativa fu promossa dal Comune di Rocca S. Felice, dall’Associazione Francesco De Sanctis, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose S. Giuseppe Moscati di Avellino e dal Centrum Latinitatis Europae. Una bella rimpatriata di amici e tuoi estimatori.
Ti saluto con affetto, così come facevo quando ti venivo a fare visita nell’eremo di santa Caterina di Mirabella Eclano, dove ti eri ritirato, dopo la tua esperienza di vicario vescovile e dove avevi preparato, pronto per essere stampato, il libro su Raimondo Guarini. L’ultima fatica del parroco archeologo, come ti ebbe a definire Amedeo Maiuri



