E’ dedicato al libro di Ersilia Di Palo “La mia Eleonora tra storia e mito” il confronto in programma il 13 dicembre, alle 18, presso la Sala Conferenze Diocesana di Avellino, nell’ambito della quinta edizione di Avellino Letteraria. A introdurre l’evento sarà Annamaria Picillo, Direttore Artistico di Avellino Letteraria. A portare i propri saluti Monsignor Arturo Aiello, Vescovo di Avellino, e da Ivo Capone, Sindaco di Summonte. Relazionerà Maria Rosaria Pelizzari, dell’Università degli Studi di Salerno. A dialogare con l’autrice sarà Milena Montanile, anch’ella docente presso l’Università degli Studi di Salerno. A seguire l’intermezzo musicale di Alfonso Bianco e Simone Solimine, con un raffinato duetto di flauti in armonia.
Nel corso della serata, verrà inoltre presentata l’Agenda Nova 2026, a cura di Flora Bufano, contenente aforismi, detti e versi di autori classici latini e greci.
E’ Guido D’Agostino nella prefazione a porre l’accento sull’attenzione ai dettagli che caratterizza il volume di Di Paolo “Colpisce il modo in cui Ersilia Di Palo ha affrontato la descrizione e la ricostruzione della vicenda biografica di Eleonora Pimentel Fonseca per la cura e lʼattenzione che vi ha posto, rievocandone con il cuore e con la mente la sequenza appassionante di tanti momenti essenziali. Le origini portoghesi, il trasferimento a Napoli, le prime fasi di studi e di applicazioni intellettuali, il cimento con la poesia, la conoscenza e frequentazione dei più bei nomi dellʼintellettualità, locale e non, del suo tempo.
Ma, anche, episodi infelici o tristi della vita privata, gli iniziali buoni rapporti con la dinastia borbonica regnante, fino alla conversione del proprio apparato ideologico in direzione opposta, in ragione del maturato convincimento in senso repubblicanopopolare e dunque la rottura politica e culturale con la Corte, lʼadesione alla straordinaria etica ed epica del giacobinismo.
Per Eleonora lʼavvento di una possibilità concreta e ravvicinata di realizzazione di democrazia ed educazione popolare (come non si sarebbe mai stancata di affermare e ribadire dalle colonne del “Monitore Napoletano”). Fino alla drammatica conclusione e alle terribili conseguenze in cui sfociano gli eventi (il tutto nellʼarco di un semestre, nel 1799) e che la portano sotto inchiesta e a giudizio, in carcere e alla condanna a morte finale, con esecuzione a piazza Mercato il 20 agosto di quel fatidico anno”



