Per suor Bernadette, la religiosa indonesiana 45enne, già madre superiora della Congregazione dello Spirito Santo, si avvicina il processo per i gioielli e gli ex voto delle chiese della diocesi di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, rubati in Curia. La prima udienza del processo contro suor Bernadette è prevista per il 23 gennaio presso il Tribunale di Benevento. E il Comitato parrocchiale di Bonito grazie al quale è esploso il caso dell’oro di diverse parrocchie rubato all’interno del Palazzo vescovile di Ariano e i parroci della zona, si sono costituiti parti civili. La religiosa è accusata di aver sottratto dalla stanza blindata in cui erano custoditi i gioielli della Madonna, nella curia di Ariano, preziosi di valore cospicuo.
La suora, che fino a qualche mese fa ha provveduto con altre sue consorelle alla gestione dell’appartamento del Vescovo, aveva anche la disponibilità ad accedere presso i locali dove erano custoditi i cosiddetti “tesori” delle varie parrocchie diocesane. La suora indonesiana, approfittando probabilmente di qualche assenza in sede del Vescovo e del Vicario, avrebbe cominciato a sottrarre oggetti preziosi, provvedendo a rivenderli e a trasferire il denaro ricavato a parenti in Indonesia, finendo per essere scoperta solo dopo la denuncia fatta dal Vescovo e da alcuni parroci. Mentre alcuni gioielli e bracciali erano stati ritrovati nella stanza occupata dalla madre superiora ad Ariano Irpino e a San Cesareo, in provincia di Roma.
Sarebbero 13 chili in tutto i chili di oro spariti dal caveau blindato del palazzo vescovile e che sarebbero stati sottratti nel tempo dalla madre superiora della congregazione di Santo Spirito arrestata dai carabinieri, a San Cesareo, in provincia di Roma. Secondo gli inquirenti , in un primo momento, il valore dei preziosi ammontava ad 80 mila euro, ma ora ci sarebbero ulteriori segnalazioni di altri monili scomparsi dalle chiese della curia irpina che fanno lievitare di gran lunga il bottino dell’oro rubato.
La suora è accusata di rubato gioielli, monili, oggetti sacri ed ex voto d’oro e d’argento di nove chiese e perfino una reliquia di San Nicola, tutti custoditi dalla curia di Ariano Irpino – Lacedonia, per un valore complessivo di 1 milione di euro e fusi in lingotti o venduti a compro oro. Le indagini, coordinate dalla Procura di Benevento, sono partite dalla denuncia del vescovo di Ariano Irpino, monsignor Sergio Melillo, per ammanchi di oro votivo in diverse parrocchie della diocesi: di Castel Baronia, Carife, Savignano oltre che della stessa Ariano e Bonito. E proprio in quest’ultimo Comune, nel santuario della Madonna della Neve (nella frazione Morroni), ad agosto scorso del 2024 si era levata una forte protesta da parte della comunità per la sparizione degli ex voto . Era stata denunciata la scomparsa di di 54 gioielli pari ad otto chili di oro che erano stati collocati sul manto della Madonna. Mentre a Carife spariti dalle fasce sulla statua di San Rocco ben 36 ex voto in oro. Inoltre manca tutto il tesoro aureo, pari a 5 chili rappresentato da collane, bracciali, gioielli, spille, orecchini e medaglioni, donato dalla Principessa Carolina Filangieri (1821-1895) alla chiesa di Sant’Anna di Savignano Irpino, tra i beni sottratti, secondo la Procura della Repubblica di Benevento, dalla stanza blindata della diocesana la quarantacinquenne indonesiana. La suora dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto a Rebibbia, è ristretta agli arresti domiciliari in una residenza dell’ordine monastico a Pineta Sacchetti, in provincia di Roma.



