Capita che in questo mondo confuso e allo sbando, si pensi che tutto sia concesso, anche, anzi spesso soprattutto, a scapito degli altri. È quanto da molto tempo accade ormai costantemente, prevalentemente (ma non soltanto) nei fine settimana nel locale che si trova in Piazzetta Scola di Ariano Irpino, nella quale malauguratamente si affaccia anche la mia abitazione e quelle di altre persone, alcune anziane e con patologie, che sopportano gli stessi, grossi disagi. Il locale è un prefabbricato pesante di vetro e lamiera costruito su demanio stradale pubblico non insonorizzato e piccolo rispetto alle persone che accoglie durante i suoi eventi musicali, tanto che una buona parte rimane inevitabilmente fuori, all’aperto, a ballare, bere e far chiasso. Così è accaduto nelle lunghe serate delle scorse estati e più recentemente, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre e così si è ripetuto anche nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, nonostante pioggia e nebbia fitta. Intorno alle 21 dal locale si è alzato il volume di una “musica” fatta prevalentemente di percussioni ripetitive, assordanti e ansiogene, tenendo peraltro la porta aperta, mentre gente vi si riversava per prendere da bere, fumare, agitarsi col bicchiere in mano e fare schiamazzi fino alle 3 e 45 di mattina, quando sono arrivati i Carabinieri. Premesso che nessuno vuol togliere ai giovani (e non solo) frequentatori del locale la libertà di divertirsi, questo si scontra con l’inevitabile limite dell’altrui diritto a riposare e non dover subire tachicardia e mal di testa a causa dei rumori assordanti. Rumori talmente assordanti, che persino con le tapparelle abbassate e le finestre chiuse con i doppi vetri, non consentono di seguire un programma televisivo senza sovrastare e costringere a ricorrere a un volume alto. Senza voler necessariamente fare una lezione etico-morale, vorrei ricordare ai gestori e ai giovani che frequentano il locale (e lo stesso vale per gli altri locali che seguono la stessa scia, come a volte sento io stessa, o mi viene raccontato da chi li subisce) che il rispetto degli altri è una regola fondamentale della convivenza in una società civile. Comprendo alla base del loro comportamento, un disagio, che spesso proviene dalla mancanza di una famiglia in grado di inculcare valori sani perché assente e disponibile a dire sempre sì, piuttosto che educare con qualche diniego che li aiuti a crescere. Come comprendo lo scoraggiamento per la mancanza di prospettive in una società sempre più malata e schiava dell’apparenza, ma proprio per questo, li esorto a cercare una strada che sia alternativa, non di sterile stordimento, bensì di progettualità per il futuro. Costruire il proprio futuro, ovvero essere artefici del proprio destino, richiede un progetto basato su impegno, studio, lavoro: il divertimento è di certo una parte della vita, ma non può prescindere da correttezza e buona educazione, né può essere preponderante. Rispettare gli altri e le loro esigenze, vuol dire essere capaci di mettersi nei loro panni, provare empatia e dunque, crescere, per diventare essere umani di qualità, che domani daranno vita a una nuova società, possibilmente migliore. Quando a tarda notte ci si sfrena, si grida, si suona il claxon, si lasciano in giro davanti ai portoni, sulle scale e nei vicoli, bicchieri, bottiglie, cicche, pacchetti di sigarette, carte e talvolta persino deiezioni, i frequentatori e i gestori dei locali, pensino anche a tutti coloro a cui con questi comportamenti creano problemi. Quasi sempre siamo noi stessi residenti a ripulire davanti alle porte, sulle scale, nei vicoli, perché, al danno si aggiunge la beffa, l’operatore ecologico passa sempre più di rado e ce ne chiediamo il motivo, considerato che paghiamo tutti la Tari. Ulteriore capitolo riguarda poi quei “personaggi” che danneggiano le auto per passatempo o distruggono le piante: che piacere può dare mai essere così sterilmente distruttivi?
Tornando alla movida: il fatto che il sindaco di Ariano abbia concesso ai locali di stare aperti fino alle 3 di mattina, senza peraltro la disponibilità di alcuna pattuglia di Polizia municipale notturna che controlli i rumori molesti e l’orario di chiusura, non autorizza il caos, né il volume alto della musica, né tantomeno il disturbo della quiete pubblica. Il primo cittadino, forse lo ha dimenticato, è anche il primo responsabile della salute dei cittadini del suo Comune. In un centro storico in cui le case sono ravvicinate, non si può pensare di autorizzare la musica alta fino a tarda notte, né costringere le persone esasperate a chiamare le forze dell’ordine o a invocare l’intervento del Questore. Ricordiamo peraltro, che il Questore di Avellino quest’estate ha disposto che ad Avellino e nei Comuni della provincia, la musica fosse interrotta a mezzanotte. A Napoli, a causa dell’inquinamento acustico da movida, il Comune ha dovuto risarcire i residenti che hanno subito disagi: si vuol forse fare in modo che anche ad Ariano Irpino si segua la stessa linea?
Floriana Mastandrea Portavoce Comitato SAT (Salute, Ambiente, Territorio)



