Mai la politica era scesa così in basso come nell’occasione del voto/non voto di fiducia al Governo Draghi! I nostri politicanti di strada, che si accingerebbero a governare l’Italia, non hanno avuto neanche il pudore, non parliamo della dignità e del seno dell’onore, di spiegare in Parlamento agli Italiani perché non hanno consentito a Draghi di terminare la legislatura completando – almeno in parte- quelle riforme e quei provvedimenti (vedi PNRR) che avrebbero consentito al Paese un po’ di sollievo in una situazione che rimane di grande emergenza per l’inflazione che continua aa crescere, il rincaro ingiustificato dell’energia e dei beni alimentari ,che colpiscono le fasce più deboli e le imprese, la guerra in Ucraina e la siccità. Un branco di cialtroni che non hanno avuto neanche il coraggio di parlare in Aula ed hanno mandato avanti i loto tirapiedi interessati solamente a farsi nominare di nuovo.
Ha vinto la Meloni che, rimasta fuori dal governo che sarebbe dovuto essere di unità nazionale, ha lucrato i benefici di una populistica opposizione, diventando, almeno nei sondaggi, il primo partito Salvini ha deciso la caduta di Draghi – senza visibili contrasti nel partito neanche da parte dei governatori filo draghiani -nella speranza di riagguantare la Meloni nella corsa alla futura guida del Governo. A loro – anche su consiglio del fido Gonfalonieri- si è accodato l’imbolsito Berlusconi, rimasto oramai una macchietta di sé stesso, aspirante a candidarsi al Senato per divenirne Presidente. Ha tirato fuori le solite promesse (aumento delle pensioni minime a mille euro, un milione di alberi da piantare) dimenticandosi il chilo di pasta a testa di laurina memoria.
Si può parlare a ragione di destra/ destra e non più di centro/ destra perché Forza Italia, ormai forza residuale, rimane in campo, con la schiera delle sue televisioni e dei giornalisti iscritti a libro paga, solo per ambizione personale di un pregiudicato he vuole comprarsi tutto con i soldi, persino le Istituzioni ed anche per difendere i sui affari e le sue aziende. Altro che partito moderato di centro iscritto al gruppo del popolarismo europeo! Si dovrebbe chiamare Forza Berlusconi. I ministri Gelmini, Brunetta e la Carfagna hanno già lasciato il partito, altri parlamentari si accingono a farlo come tanti fedeli scudieri come l’ex ministro Bondi che dormiva con il ritratto di Berlusconi sul comodino.
Tutto questo è stato possibile per la sciagurata iniziativa di Conte di non votare la fiducia sul decreto aiuti guidando il cavallo di Troia sul quale sono subito saltati Salvini e Berlusconi.
Ora si è aperta la campagna elettorale e nulla sarà più come prima! Nessuno è in grado di prevedere come sarà la politica domani. Si andrà a votare con la vecchia legge elettorale, che è pur sempre una legge maggioritaria, e per la riduzione si trecento quindici parlamentari l’elezione è più difficile. Il M5S avrà una mazzata storica e molti parlamentari, che hanno cambiato più volte casacca, non saranno rieletti. Varranno le coalizioni e, al momento, quella di destra parte avvantaggiata. Grande incognita è il Centro formato da una quantità di fuorusciti e di mini partiti o movimenti senza un federatore di prestigio e di carisma e costretti a barcamenarsi alla meno peggio tra i due schieramenti principali. Certamente se prevalesse l’idea Tabacci, che vede un’unica aggregazione con Draghi Presidente, le previsioni si ribalterebbero e i giochi si riaprirebbero. Ma Draghi accetterà? Tutto il suo discorso sulla fiducia fa pensare che non ne può più di questa politica e di questi partiti. Ma, anche senza Draghi, se Il PD saprà fare scelte coraggiose e presentare agli italiani un programma comprensibile e in linea con la situazione del Paese attraendo i partiti progressisti, riformatori ed europeisti, c’è da giocarsela se si riuscirà a spiegare agli italiani che questa destra/destra, razzista anti europea e anti euro, è fonte di nuovi danni e di nuovi lutti!
di Nino Lanzetta