E’ un messaggio di pace quello lanciato dai vescovi irpini in occasione della celebrazione della Domenica delle Palme che ricorda l’ingresso festoso del Cristo a Gerusalemme ma che si fa anche preludio della Crocifissione. Lo sottolinea con forza il vescovo di Avellino Arturo Aiello nell’annunciare la celebrazione, con il pensiero che non può non andare a Gaza e al conflitto in Ucraina: “Un brivido nella schiena avvertono i parroci all’atto della benedizione delle Palme sui sagrati o nelle Chiese quando l’agitare dei rami, da parte dei fedeli, genera un brusio di verde e argento, un suono di battiti d’ali di angeli in frotta come rondini. Chiediamo che quel sorriso di verde e di abiti nuovi possa raggiungere le strade dilaniate della striscia di Gaza o i paesi sbrindellati dell’Ucraina dove i falchi hanno ancora la meglio sulla colomba della pace. Gridiamo anche noi con i bambini di Gerusalemme: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” e corriamo giulivi dietro l’asinello da cui sventola rosso-fuoco il mantello del Maestro. Come una bandiera”.
Un rito, quello della benedizione delle Palme, rinnovatosi in tutte le chiese d’Irpinia. A Montevergine la cerimonia è stata di forte suggestione. A presenziare alla cerimonia l’Abate di Montevergine Riccardo Luca Guariglia e tutti i monaci della comunità benedettina. Tanti i fedeli che sono giunti a piedi in questa domenica uggiosa di primavera.
La tradizione del ramoscello d’ulivo o di palma, distribuito e benedetto durante la Messa, è uno dei molti simboli di vita che si legano a questa giornata, molto sentita e dal profondo significato religioso e culturale. Una celebrazione che è stata l’occasione per richiamare tutti alla responsabilità di costruire un mondo di pace, affidandosi sempre alla protezione della Vergine.
Anche ad Ariano il vescovo Sergio Melillo ha celebrato il rito della benedizione delle Palme, ponendo l’accento sul valore della speranza “anche in mezzo alle fatiche del nostro tempo” di cui si carica il racconto della Passione e Crocifissione di Cristo. “Confido che ciascuno possa trovare in questo momento la forza di rialzarsi e ricominciare. Gesù rinnoverà il dono più grande: ci donerà la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore. A questo dono, però, dobbiamo rispondere con il dono di noi stessi, del nostro stare in comunione profonda d’amore con Cristo che soffre, muore e risorge per noi. I Padri della Chiesa hanno visto un simbolo di tutto ciò nel gesto della gente che seguiva Gesù nel suo ingresso in Gerusalemme, il gesto di stendere i mantelli davanti al Signore”
Ad Atripalda grande partecipazione alla commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella chiesa di San Nicola Tolentino, concluso dal cammino processionale alla cattedrale di Sant’Ippolisto.