“Ciao, abbiamo ricevuto il tuo curriculum, aggiungi su WhatsApp questo numero”. Nelle ultime settimane tanti di voi come me avranno sicuramente ricevuto questa chiamata. Arriva da un numero con il prefisso italiano +39 e, se si risponde, dall’altra parte della cornetta c’è una voce pre registrata che dice questa frase. Che ci può lasciare confusi se non stiamo cercando lavoro, oppure accendere una speranza se abbiamo passato gli ultimi giorni a inviare candidature e curriculum in cerca di una nuova occupazione.
Chi ci ha contattati non è un’azienda che sta assumendo, ma una persona che cercherà di ottenere il nostro numero di telefono, il nostro Iban e, alla fine, i nostri soldi. Da quella telefonata di pochi secondi, infatti, si spalanca un labirinto di chat, canali Telegram, link a video promettono l’imperdibile occasione di farti guadagnare “stipendi” a fatica zero.
E io avendo ricevuto la telefonata dal numero +39 339 68.. provo ad abboccare alla nuova truffa del momento: quella del curriculum.E rispondo al numero su WhatsApp: “Buongiorno, ho ricevuto la chiamata per il mio cv”. La risposta non tarda ad arrivare. L’interlocutore – che non si identificherà mai, né si presenterà a nome di alcuna azienda – mi mette subito davanti a un’opportunità e cioè l’azienda che avrebbe ricevuto il nostro curriculum si occuperebbe di reclutare personale per aumentare il numero di like e interazioni ai video dei content creator su YouTube. Le condizioni di lavoro sono presto spiegate non in un contratto, né in una lettera di assunzione, ma nel messaggio successivo: “Devi solo mettere mi piace, inviare screenshot e verrai pagato”.
Quando mi dico interessata al lavoro mi arriva l’invito a mettere ‘mi piace’ al primo contenuto: “Non devi necessariamente guardare il video completo, metti mi piace e mandami uno screenshot e ti pagherò 3 euro”. Seguo le istruzioni e mi guadagno i primi complimenti dal ‘capo’. I soldi, invece, non ancora. C’è prima un altro passaggio da fare, e un’altra persona da conoscere: sarebbe la ‘business manager’ dell’azienda, che dopo una serie di passaggi, mi chiede i dati che è l’ obiettivo a cui puntava il truffatore fin dall’inizio: l’Iban del conto corrente e il nome e cognome dell’intestatario e della banca.
La promessa dei tre euro è mirata solo a guadagnare la fiducia delle vittime a cui, alla fine, viene chiesta un’operazione da centinaia di euro con la promessa di restituire il bottino maggiorato di qualche euro. Restituzione in caso, io abbia elargito la somma e sia cascata nella truffa che non avverrà mai. Il truffatore, infatti dopo aver intascato i soldi, farà perdere le proprie tracce.
COME DIFENDERSI
Non fornite mai informazioni personali o finanziarie a sconosciuti al telefono. Non cliccate sui link inviati tramite WhatsApp o SMS. Verificate l’affidabilità dell’azienda o dell’organizzazione che offre il lavoro. Non inviate denaro a sconosciuti o a piattaforme di investimento online.
Infine bloccate il numero da quale siete stati contattati e, nei casi più gravi, segnalate quanto accaduto alla Polizia Postale.