Acqua, dopo cinque anni di intenso lavoro ed incessanti trattative, è stata firmata dal Sindaco e la Regione Campania la nuova convenzione che disciplina le condizioni sul diritto d’uso sui 500 l/s di acqua di spettanza degli abitanti di Caposele, tra il Comune di Caposele, la Regione Campania, l’Acquedotto Pugliese e la Regione Puglia”.Un riconoscimento atteso da anni a Caposele, dove è stata attivata, la scorsa primavera, la seconda galleria di valico per il trasferimento idrico, e che da decenni si batte per ottenere un ristoro alla luce dell’enorme contributo e sacrifici dei cittadini.
La convenzione rientra nell’ Accordo di programma per la regolamentazione del trasferimento idrico interregionale tra Campania e Puglia e per la gestione della Galleria Pavoncelli bis. L’intesa stabilisce una road map che porterà entro cinque anni a rovesciare l’attuale ripartizione dei prelievi alla fonte con due step stabiliti nel 2023 e nel 2026. Al termine del quinquennio il 90 per cento delle acque sottratte al sistema ecologico resteranno in Irpinia. Nel biennio 2023-24 sarà potenziato il trasferimento alla provincia di Avellino, diminuendo il trasferimento extraregionale. L’«Accordo di programma per la regolamentazione del trasferimento idrico interregionale tra Campania e Puglia e per la gestione della Galleria Pavoncelli bis comprende le somme retroattive per il triennio 2020-22, nella misura di circa 38 milioni. L’intesa prevede, stanzia e assegna ristori per 98 milioni. L’accordo rappresenta il compimento di un atto aggiuntivo al Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, siglato con un ‘Documento comune d’Intenti’ dalle Regioni il 6 aprile 2012, poi rivisitato nel 2017 con l’obiettivo di assicurare l’equilibrio tra risorse idriche disponibili e fabbisogni. Sono stati stabiliti i limiti di prelievo idrico per regolamentare i trasferimenti e il controllo della portata, rispettando gli equilibri dell’ecosistema.
Cento milioni di euro per il ristoro ambientale dal 2020 al 2027. Questa è la cifra ufficiale che la regione Puglia dovrà corrispondere alla Regione Campania come ristoro ambientale e del trasferimento delle acque che dovranno rispondere alla sete atavica della puglia. Interessati in prima battuta i comuni depositari di sorgenti, a partire da Caposele, che trasferisce circa 5 mila litri al secondo di acqua, ma anche Conza della Campania con il potabilizzatore e le sorgenti di Cassano Irpino. E dopo l’accordo siglato tra Caposele e la Regione sembrerebbe delinearsi anche per il comune di Cassano un’ ipoteica intesa sui ristori. Un risultato che se centrato metterebbe fine ad una controversia anche sul piano giudiziario. Il sindaco di Cassano Irpino e coordinatore provinciale della Lega ha presentato, infatti, un ricorso al Tar di Napoli impugnando l’accordo di Programma siglato tra la regione Puglia e la regione Campania (che prevede il ristoro ai paesi che trasferiscono acqua alla Puglia).il motivo dettato dal fatto che Cassano Irpino, che trasferisce mediamente 1500 litri di acqua al secondo all’Acquedotto Pugliese nel decreto regionale non è indicato tra i comuni che hanno diritto al ristoro, dove figurano, invece, Caposele, Conza della Campania e l’ente idrico, Alto Calore. Una “decisione inaccettabile” per il primo cittadino di Cassano Irpino alla luce di un un accordo che prevede l’erogazione di una somma di circa 100 milioni di euro in 8 anni, all’ l’Alto Calore andranno circa 50milioni di euro, il resto sarà diviso tra Caposele e Conza, a secco, invece, Cassano. Ma da voci di corridoio sembrerebbe che ci sia in atto già una mediazione con la giunta regionale per sancire anche per comune di Cassano giusti ristori per le ingenti risorse che garantisce alla Puglia senza finora ricevere per ora indennizzi economici.