Continuano ad arrivare le adesioni dei sindaci per il sit in di mercoledì prossimo, quando saliranno a Roma per manifestare davanti al palazzi del governo per la questione crisi idrica. Intanto il primo cittadino di Ariano Irpino, Enrico Franza, è stato ospite, proprio ieri, a radio Crt, nella trasmissione”Culo e camicia”, condotta da Davide Iannuzzo.
E, quindi, ha parlato di quanto sta accadendo.”Durante tutti questi mesi – ha risposto, incalzato dalle domande di Iannuzzo – ognuno di noi, da par suo, ha provato a mettere in campo iniziative che potessero essere efficaci. Io ci provo con la prossima, augurandomi che possa sortire qualche effetto. Laddove non fosse così, registreremo un ulteriore danno: saremo ancora più soli e il governo dimostrerà di non avere a cuore le istanze che provengono dal territorio”.
A mantenere fiducioso il sindaco della città del Tricolle è, però,”la coesione territoriale e istituzionale, dovuta alle tante battaglie portate avanti. Lo dimostra, appunto, l’ennesima crisi. Che, spero, possa essere portata avanti con ancora maggior determinazione”.
E non ci si può più “limitare a fotografare e certificare responsabilità e competenze” perché continua Franza “di certo non ci restituisce una soluzione”. Sopratutto quando si vuole “buttarla in caciara e provare a rendere questo terreno come scontro politico”.
Secondo Franza, oggi, un dato risalta sugli altri: “La classe politica, destra e sinistra, non è stata in grado di garantire un diritto essenziale, l’acqua nelle nostre case. Questo vuol dire che, i sindaci, hanno il diritto e dovere morale di rivolgersi, non fosse altro per un principio di sussidiarietà verticale, allo Stato, al governo e al Parlamento perché possano darci una mano”. Iannuzzo gli chiede, quindi, dei debiti dell’Alto Calore. Che, con il concordato, sono scesi a cento milioni di euro ma in realtà sono il doppio.”Questo è un tema complesso che richiama all’ordine la politica. Sparare su A.C. è come farlo sulla Croce Rossa. E sui Comuni. Al cittadino interessa avere un servizio economico ed efficiente.
Cosa che non abbiamo. E liquidarla e determinarne il fallimento significherebbe in qualche modo aprire ai privati o ad una società mista. Questo va detto, nonostante io sia per la gestione pubblica”. In merito all’aumento delle tariffe delle bollette, quando si dice”basta pagarle”, per il primo cittadino sarebbe una pezza peggiore del buco.”In questo modo nel corso di un anno gli interventi di manutenzione sarebbero drasticamente dimezzati. E probabilmentela bolletta la dovrà pagare qualcun altro”.
Per questo, la politica “deve cominciare a confrontarsi in modo costruttivo e serio su un modello di gestione che mi auguro possa essere pubblico”. Un pareggio tra costi e ricavi, all’Alto Calore,”non si è mai verificato, negli ultimi anni. La maggiorazione delle bollette, per noi sindaci come per i cittadini, è qualcosa di amaro da accettare. Si può fare soltanto se imputato al reinvestimento sul settanta per cento della rete idrica e quando il servizio sarà efficiente”.



