Sceglie di raccontare il mondo al di là di luoghi comuni e stereotipi, alla ricerca dell’umanità perduta, Antonella Festa. Nasce così la raccolta “E l’orchipilenco?” di Antonella Festa, edito dal Papavero. Sarà presentato il 6 ottobre, alle 17, presso il centro sociale di Contrada Ischia ad Atripalda. A confrontarsi con l’autrice Ilenia D’Oria, presidente Archeoclub, Gerardo Pepe, presidente Associazione Italiana Persone Down. Modera la giornalista Floriana Guerriero
Festa riparte dalla figura dell’Orchipilenco, protagonista della precedente raccolta, un richiamo presente nel titolo, che finisce per disorientare il lettore, poichè la misteriosa figura, nata dalla fantasia dell’autrice nei giorni del lockdown, è pressochè assente, per comparire solo nell’ultimo componimento. “Questa strana creatura guardata – così scrive Gerardo Pepe nella prefazione al precedente volume – nel suo tragicomico rapportarsi alla vita, con partecipata ironia, (di pirandelliana memoria), per il suo non convenzionale approccio ai sentimenti, alle persone, agli eventi. L’orchipilenco vive ai margini di una condizione sociale ed esistenziale che privilegia l’arrivismo, il presenzialismo, il sapersi destreggiare tra l’apparire e l’essere, dove ad avere la meglio è chi ha come fine ultimo, il proprio tornaconto personale”.
Un volume che parla a grandi piccini, attraverso l’espediente della poestrocca, raccontando di un tempo in cui non c’è posto per la fede e l’umanità, di qui il richiamo costante ai valori incarnati dall’orchipilenco che non si riconosce nel mondo di oggi. Tanto che tutti sembravano aver dimenticato chi sono le Muse e l’arte e’ sempre più relegata ai margini. In una società dominata dalla sete di denaro, in cui non c’è rispetto per l’ambiente, l’unica speranza resta quella di un mondo “Dove per magia/non conta l’etnia,/né il genere, né la ricchezza, /ma in cui l’unica bellezza/è essere diversi e uguali,/liberi di volare con le proprie ali”. E dove ragazzi come Brown, con la sindrome di down, non debbano finire sui giornali ma possano trovare il proprio posto nel mondo.