E anche l’Irpinia a piangere la scomparsa della scrittrice Michela Murgia. L’autrice de “L’acabadora” aveva 51 anni ed era malata da tempo di un carcinoma al quarto stadio, del quale aveva parlato pubblicamente in una intervista al Corriere della Sera a maggio. «L’obiettivo non è sradicare il male, ma guadagnare tempo», aveva raccontato Murgia, senza mai smettere di celebrare la vita e l’amore.
A ricordare quando venne per la prima volta ad Avellino il sindacalista Marco D’Acunto: “Ho conosciuto Michela Murgia 16 anni fa. La invitai a presentare il suo primo libro “il mondo deve sapere” ad Avellino . Prima di accettare mi chiese se ero sicuro che la Fp CGIL volesse la sua presenza. All’epoca c’era qualche frizione con il mondo sindacale. Le dissi che ero certo. Fu una serata molto riuscita, la sala grande del Centro Sociale “Samantha Della Porta” gremita di persone, molti rimasero in piedi. Ma fu riuscito anche il prosieguo, la conversazione a cena, per buona parte della notte e la continuazione tutta la mezza giornata seguente. Ci raccontammo tanto. La accompagnai a Capodichino avendo la certezza di aver conosciuto una bella persona ed una donna coraggiosa. Ha mantenuto quella bellezza e quel coraggio per tutto il suo breve transito terrestre. Ricordo con una emozione viva il nostro incontro al Salone del Libro a Torino nel 2011 per la presentazione del suo libro forse più controverso “Ave Mary”: la sua semplicità, i suoi occhi intensi, pieni di gioia, pur essendo diventata, nel frattempo, una persona molto popolare. Ha mantenuto quella bellezza e quel coraggio anche nel suo ultimo percorso. A prescindere dalle opinioni che si possono avere sui suoi lavori, ne avessimo di più di persone cosi’.
A ricordarla anche Vinicio Capossela che la volle ospite allo SponzFest del 2019 “Nella notte delle stelle cadenti e dei desideri espressi in segreto, apprendere della morte di Michela Murgia che i desideri ha sempre avuto il coraggio di guardarli in faccia senza annacquarli con la paura. Il cuore ritorna al suo magnifico discorso sul sapere dare una fine alle cose pronunciato al banchetto funebre di Trenodia, in cui ci ricordò che solo chi non ha paura della fine riesce a vivere con pienezza la vita. E poi a una interminabile chiacchierata fino all’alba in un hotel di Cabras in cui aveva lavorato come portiera di notte nel 2005. E tutte le lezioni di disciplina della libertà che ci ha impartito in questi anni con l’esempio, fino alla fine. Nonostante questa scia luminosa, il cielo è inevitabilmente più nero stanotte. Michela Murgia ricorda a tutti noi quel che abbiamo mancato in viltà, ipocrisia e menzogna”.
“Una personalità forte, dirompente, coraggiosa, dentro e fuori la scrittura. Divisiva come spesso i grandi sono. Con la prematura dipartita di Michela
#Murgia perdiamo tutto questo” sottolinea la consigliera
Rosetta D’AmelioA renderle omaggio sono tanti come la giornalista Carmen Bochicchio: “Quando, lo scorso maggio, Michela Murgia ha annunciato pubblicamente di essere malata di cancro al 4° stadio, due certezze si sono subito fatte largo dentro di me: che il tempo a sua disposizione sarebbe stato poco (molto poco) e che la sua voce, poi, mi sarebbe mancata (proprio tanto). Libera, aperta, visionaria, profonda conoscitrice dell’animo umano, portatrice coraggiosa di messaggi di straordinaria forza e indomita bellezza, ha usato con imparagonabile maestria l’arma potente della parola per squarciare il velo ipocrita e conformista dei tempi grigi in cui viviamo”.
“Sorridere fino alla fine, che lezione di coraggio” sottolinea la scrittrice Emilia Cirillo. “Aveva un radicalismo – spiega Luisa Cavaliere – che a tratti la rendeva fragile e a me qualche volta incomprensibile Praticava la parola e la scrittura come fossero arti marziali Considerava la politica il luogo per cambiare il mondo e per misurarsi alla parj con la nostra finitezza. .Esce (apparentemente)di scena una straordinaria esperienza femminile segnerà per sempre la storia delle donne ( e non solo)”.
Roberto Montefusco pone l’accento sul ruolo centrale da lei svolto in una società che fa ancora fatica a cambiare “Grazie, Michela Murgia, per tutto quello che ci hai lasciato. Per la tua passione civile, per l’ amore verso l’umano che ti ha accompagnata fino alla fine. Per non esserti “disunita” mai. Forse, per chi non ha il dono della fede, vale ancora un poco in più. Buon viaggio”.
Commosso anche il ricordo della poetessa Valentina Mariani “In questo giorno di enorme vuoto personale, affettivo, politico, e oltre, porteremo avanti i nuovi modi basati sulla presenza e la condivisione di cui ti sei fatta fiera latrice e protagonista, creeremo nuovi mondi in cui stare insieme in maniera solidale, aperta, circolare”.
“Mi colpisce al cuore la morte di Michela Murgia, una donna libera, vera, coraggiosa – scrive la giornalista e docente Vera Mocella – Mancherà, mancheranno le sue parole che scavano nel cuore e nella vita. Siamo sempre tutti in cammino, cercatori di verità infinite, se onesti ed aperti all’altro, costruttori del Regno. Non importa la dimensione, la durata della nostra vita, le forme che essa assume o in cui si cela, l’importante- come diceva Michela- e’ arrivare viva alla morte, accettando la vita tra il bagliore di albe che scompaiono o rinascono in altri sospiri ed in altri cuori”
Il mondo della politica e della cultura si inchinano al suo coraggio: «Ci eravamo messaggiate da poco e non potevo immaginare che tutto precipitasse così velocemente: un grande dolore e una immensa e troppo precoce perdita. Ci mancherà il tuo pensiero lucido e mai banale», ha scritto Vladimir Luxuria sui social.
«E’ così triste concepire la tua morte, cioè l’assenza del tuo corpo e dei tuoi occhi, la perdita della tua voce, dei tuoi pensieri e delle tue invenzioni: perchè tu hai riempito di bellezza e di intelligenza la tua e la nostra vita. Sei stata l’annuncio più vitale e allegro e ribelle della rivoluzione queer e l’oppositrice intransigente del fascismo comunque camuffato. Sei stata una ispirazione radicale, per me e per tanti, un esempio di libertà, di autonomia intellettuale, di limpidezza morale». scrive Nichi Vendola. «Era una formidabile, talentuosa, spericolata rivoluzionaria contemporanea, Michela Murgia. Mi proibisco l’esibizione dei ricordi personali e piango insieme a voi questa donna sarda che ci ha lasciati con il sorriso sulle labbra»