Era un’intellettuale autentica Orsola Fraternali, docente di lingua francese negli istituti superiori della città, educatrice di generazioni, storica appassionata e ricercatrice rigorosa, convinta della necessità di ripartire dalla salvaguardia della memoria, dal valore della cultura per guardare al futuro. Vedova di Domenico, ingegnere ed urbanista della città di Avellino, aveva dedicato le sue energie ai suoi studenti e insieme alla crescita del tessuto culturale del capoluogo, attraverso un’azione instancabile che si nutriva di dibattiti, pubblicazioni, mostre, incontri. Orsola Fraternali era l’emblema di una città che aveva voglia di superare i confini ristretti della provincia e dialogare con il mondo, abbattendo ogni barriera. L’eleganza che la contraddistingueva era tutt’uno con il suo essere un’instancabile donna di cultura, un vulcano di idee e di energia. Tra le sue pubblicazioni “La famiglia Hugo. I giorni della ricomposizione dell’infanzia avellinese di Victor”, “Gesualdo da Venosa. Fasti dimenticati di un principe del Rinascimento”, “Carlo Gesualdo. L’uomo, il suo tempo, la sua musica”. E proprio al principe dei musici aveva dedicato numerosi suoi studi, favorendo la riscoperta dell’illustre madrigalista. La moda era l’altra sua passione, aveva voluto donare alcuni degli abiti antichi della sua collezione al Museo Irpino, dove sono in mostra. A lei si deve la fondazione dell’associazione Aede e dell’associazione Acif-Alliance Francaise finalizzata alla promozione della cultura francese, rimasti a lungo punti di riferimento in città. Numerosi i riconoscimenti ottenuti, tra questi le palme accademiche del Ministero dell’Educazione Francese.
E’ il figlio Fernando Fraternali a ricordare “una grande mamma e una grande donna. Ha saputo trasformare anche mio padre, di famiglia pesarese, in un avellinese d’adozione: appassionato, studioso e uomo pubblico, proprio come lei. Si potrebbe dire tanto di Orsola: ha fatto mille cose, tutte belle, coinvolgenti e appassionate. La voglio ricordare con un paio di foto della sua maturità e una dell’anno scorso: sempre bella e una foto del certificato delle Palme Accademiche ricevuto nel 1986 dal Ministero dell’Educazione Francese.Sei stata grande, Orsola. Ci hai dato e trasmesso tanto!”
Commosso il ricordo di Liliana Urciuoli “Le ho voluto molto bene alla “signora Orsola” come l’ho sempre chiamata nonostante con il tempo i nostri rapporti si fossero intensificati. E’ stata per me punto di riferimento molto importante da quando l’ebbi come insegnante di Francese all’Istituto Magistrale. Riuscì a farmi amare a tal punto la sua materia che poi all’Università decisi di scegliere di laurearmi anch’io in Lingue Straniere con specializzazione in Francese. Con il tempo i nostri rapporti si erano intensificati fino al punto da scegliere lei e il marito, l’indimenticabile ingegnere Domenico Fraternali, come miei testimoni di nozze. Quanti bei ricordi ho di lei e quanto l’ho amata la mia dolce e bella “signora”…Nelle ultime settimane pensavo ricorrentemente a lei e desideravo farle visita…ma qualcosa mi tratteneva…ora sò perché…dovevo ricordarmela come era nei suoi anni migliori: bella, elegante, signorile sempre sorridente e piena di idee e progetti da realizzare…una donna preziosa per la cultura della nostra città…per me una “perla preziosa e rara”… Condivido con gli amati ed adorati figlioli Franca e Fernando il dolore per la dolorosa perdita”
Emozionato il professore Luigi Anzalone “Era una grande donna, una desanctisiana professoressa nata, una intellettuale di particolare valore, il suo francese era di una francese di alto rango mentale e culturale. La sua umanità era di aristocratica e sollecita umanità e rara bontà. Solo lei poteva essere la moglie di quel genio che era Domenico Fraternali. La stimavo in modo illimitato e le volevo un bene dell’anima”
A piangere la professoressa Fraternali è anche l’associazione “Insieme per Avellino e l’Irpinia” “Donna di spiccate qualità culturali ed intellettuali, lascerà un vuoto incolmabile all’interno della comunità avellinese e non solo”
Armida Tino ne sottolinea le “capacità straordinarie di aggregazione e la sua dinamicità culturale. Era una persona unica perché capace di vincere con la laboriosità intellettuale ogni ostacolo e ogni difficoltà. Il tutto senza clamore e non è poco . Orsola era espressione di una tradizione lontana, che rievoca le radici di Piazza Duomo e di Ospedaletto e richiama una figura come quella di Costantino Tarantino, anima dell’ Ordine dei Medici di Avellino e della sua consorte una nobile di Grezia di Ospedaletto”.
A ricordarla con tenerezza anche la giornalista Natascia Festa “La cara Orsola Tarantino Fraternali, carissima Orsolina, donna dalla passione culturale contagiosa, vitalissima. È stata di grande incoraggiamento per me su come guardare alla vita, con un sapere che non vale se non dà gioia e solleva la vita dai continui abissi”
Il Museo Irpino si unisce al ricordo di Orsola Fraternali “una delle grandi benefattrici del Museo. Una donna di straordinaria cultura e magnanimità che ha lasciato in dono parte della sua collezione di abiti storici, attualmente esposta nella sezione Risorgimento nel Complesso monumentale del Carcere Borbonico.”