La ricerca era la sua passione. Non aveva mai smesso di frequentare gli archivi, di consultare documenti, di interrogarsi sulla memoria del territorio, scavando sempre in profondità, lasciando parlare le fonti. Si è spento nel pomeriggio Armando Montefusco, all’età di 77 anni, lasciando nello sgomento l’intera comunità irpina. Lo storico ha animato con i suoi scritti la vita culturale di questa terra, consegnando reportage storici di grande spessore.
Il professore Francesco Barra sottolinea come “E’ stato un amico straordinario per semplicità, affetto, generosità, uno studioso appassionatissimo. Il contributo principale della sua ricerca è rappresentato dagli studi dedicati alla topografia storica della città di Avellino e a Monteforte, il paese in cui risiedeva da molti anni. Era pieno di vita, di entusiasmo, instancabile. La sua morte improvvisa è un duro colpo per il panorama culturale irpino, bisognerà ricordarlo con una ampia riflessione sull’eredità che lascia un intellettuale della sua caratura”. Lo scrittore Franco Festa non riesce a trovare le parole “La nostra vita, la nostra anima, la nostra voce ci ha lasciati”. Il filosofo Luigi Anzalone lo ricorda come “Un intellettuale autentico, un uomo di valore illimitato e di signorilità unica”. Si dice incredula Maria Grazia Cataldi “Soltanto ieri ci siamo sentiti a lungo, parlando di antiche ville e masserie di un’ Avellino che già la nostra generazione a stento ricorda. Non immaginavo certo che oggi potesse andarsene così, all’improvviso”.
Commossi la direttrice dell’Archivio di Stato Maria Amicarelli e gli archivisti tutti “Una persona umile, gentile, sempre educata, un’immane perdita per il nostro Archivio e la nostra comunità, un uomo che ha contribuito ad arricchire e valorizzare la nostra Irpinia. L’entusiasmo e la passione che metteva nel suo lavoro si è manifestata fino all’ultimo: stamattina era con noi in Archivio, come nei giorni scorsi, per una ricerca catastale, tanto è vero che aveva fatto conservare, per i giorni a seguire, dei volumi per le sue ricerche, come sempre appassionate e scrupolose. Attoniti, lo porteremo sempre nel cuore”.
Tanti gli attestati di stima da parte di parenti, colleghi e amici che hanno condiviso con lui un tratto di strada. A rendergli omaggio lo storico Dino Giovino_ “Ciao Armando, appassionato e colto studioso delle storie d’Irpinia. Non abbiamo fatto in tempo a mantenere le promesse fatte nell’ultima telefonata”. “Il modo migliore per ricordare Armando Montefusco – scrive il professore Pellegrino Caruso – e’ ripensare allo scorso maggio quando egli volle ricordare ai ragazzi del ” Mancini” e non solo in un’ amabile chiacchierata con Franco Festa la storia della Dogana…Quando il Prof. arrivava al Circolo della stampa agli incontri con Gerardo Troncone con il suo cappotto verde si aveva la sensazione che si era dinanzi ad un uomo di cultura che conosceva bene un territorio che amava…Arrivederla, Professore e grazie per aver voluto raccontare pezzi della storia di Irpinia, così come non la dimenticherò quale lettore attento e appassionato dei Reading letterari proposti ad inizio settembre dal Centro Guido Dorso”.
“E’ morto un simbolo della storia della nostra città – spiega la storica Gaetana Aufiero – E’ una ferita insanabile per la memoria del territorio. I suoi saggi rappresentano un patrimonio da salvaguardare e valorizzare”. “Ci conoscevamo dalle scuole elementari, abbiamo condiviso un’intera vita. – sottolinea Gerardo Troncone– Abbiamo cominciato insieme il lavoro di ricerca sulla storia della città. Non ha mai smesso di servire la comunità, mettendo a disposizione di tutti le ricerche portate avanti, in maniera disinteressata. Per lo spessore dei suoi lavori lo paragono a Bellabona e Mongelli. Se non avesse pubblicato i suoi saggi, i risultati delle sue ricerche si sarebbero persi. E’ straordinario constatare come i suoi studi rappresentino il punto di partenza per qualsiasi lavoro di riscoperta della memoria da parte di giovani e storici appassionati. Anche le mie modeste ricerche sul territorio, sull’antica topografia, sull’arte e sull’architettura di Avellino e dell’Irpinia, non possono prescindere dall’immenso patrimonio storiografico realizzato e pubblicato da Armando Montefusco. Sarà terribilmente dura non sentire più la sua roca voce gentile che spiega, illustra, apre orizzonti, indica la strada ”
Per anni responsabile del settore di chimica clinica e tossicologia presso un noto laboratorio di analisi, Montefusco aveva affiancato alla sua professione di scienziato quella di storico. Socio della “Società Storica Irpina”, era stato tra gli autori della “Storia Illustrata dell’Irpinia” e della rivista “Irpinia Illustrata”, pubblicate da Sellino. Prezioso anche il suo studio in cui aveva ricostruito la “Genealogia della famiglia Gesualdo”. Proprio con il Corriere aveva, infine, pubblicato una collana di cinque volumi dedicati al territorio, quelli che aveva voluto chiamare “Contributi per la storia dell’Irpinia”, dall’ “Evoluzione urbana di Avellino dalle origini ai tempi d’oggi” a “Piazze, chiese, strade, fontane ed altre opere di pace. Tra Ottocento e Novecento” fino alla “Condizione carceraria nel Principato Ultra: dalla barbarie alla civiltà”. E’ stato tra i più assidui collaboratori dell’inserto domenicale del Corriere e poi del Quotidiano. Era stato tra i primi a gioire quando il Comune di Avellino aveva acquisito al proprio patrimonio la Chiesa di Maria Santissima Addolorata a cui aveva dedicato un attento studio o quando la diocesi di Avellino aveva avviato i lavori per il recupero della chiesa dei Liguorini.
“È anche grazie ad Armando Montefusco che conosciamo la storia della nostra città e di tante altre realtà dell’hinterland avellinese – spiega Antonio Dello Iaco di Legambiente – Pochi mesi fa mi aveva accolto a casa sua per parlare della Chiesa di San Nicola dei Greci sulla quale con Legambiente Avellino – Alveare stiamo lavorando per farla tornare nelle mani dei cittadini. Avellino e l’Irpinia perdono una grande bussola del territorio”
Preziosi anche i suoi video in cui con un taglio diverso, più propriamente didattico, raccontava la storia della città. Aveva trasformato gli stessi social in uno strumento per condividere le proprie ricerche
La notizia della sua morte lascia un grande vuoto tra la sua famiglia, tra gli amici, nel mondo politico e culturale, e nella redazione del Corriere dell’Irpinia, di cui è stato assiduo collaboratore. Il direttore Gianni Festa è vicino ai suoi cari, che tanto hanno ereditato dallo spessore umano e professionale del loro caro papà. I funerali si terranno il 17 marzo, alle 9.45, muovendo da via Taverna Campanile e proseguiranno per la chiesa di San Nicola di Bari a Monteforte, dove alle 10, sarà celebrata la funzione religiosa