“L’elettorato ci ha collocato all’opposizione: la città non capirebbe se il Pd decidesse di appoggiare la sindaca Nargi. Si deve andare al voto e poi si vede”.
Così Umberto Del Basso De Caro, già sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti, parlamentare di lungo corso, tra i fondatori del Pd e riferimento di una parte consistente dei dem irpini.
“Mi dispiace per Laura Nargi, di cui sono amico: le avrei dato volentieri non una mano ma due, se fosse stato possibile. Ma una intesa tra il Pd e la sindaca è una ipotesi che oggi non c’è”.
Il Pd rischia di rompere l’alleanza di Campo largo?
“Dobbiamo rispettare il mandato degli elettori che alle amministrative di Avellino hanno votato la coalizione di centrosinistra: è in questo senso che non possiamo sovvertire il risultato delle urne. Voglio dire che il Campo largo deve determinare unitariamente la sua linea politica. L’alleanza è formata da Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra e liste civiche che hanno sostenuto Antonio Gengaro come candidato sindaco: se il centrosinistra volesse aiutare questa amministrazione dovrebbe farlo unitariamente. E non mi sembra che ci siano le condizioni per questo tipo di soluzione. Dunque, per quanto mi riguarda non c’è rimedio alla crisi”.
E se il Pd accettasse a prescindere dagli alleati l’intesa con la sindaca Nargi?
“Il Campo largo di Avellino si estinguerebbe e temo che ci sarebbe anche un provvedimento del Pd nazionale. Per il partito una sproporzione incomprensibile tra costi e benefici”.
Il partito potrebbe intervenire commissariando il Pd irpino?
“Avellino non è un comune di 500 abitanti: è un capoluogo, e come tale politicamente rilevante a livello regionale e nazionale. La questione è politica. Avremmo al Comune di Avellino lo stesso problema politico che c’è alla Provincia. Non possiamo farci custodi del santo sepolcro soltanto a Piazza del Popolo. La linea politica del centrosinistra è unitaria in tutte le istituzioni. E non c’entra che la Provincia è ente di secondo livello: il presidente non è lì per aver vinto un concorso per titoli ed esami ma perché è stato eletto. A Palazzo Caracciolo c’è un problema democratico”.