Doppio appuntamento con Spazio Campania al Festival Laceno d’oro. Si comincia domani, alle 18, all’Eliseo con “Bocca d’inferno” di Eugenio Barzaghi. Un fotografo, oltre cent’anni dopo, trova il diario autografo di un soldato morto durante la prima guerra mondiale e decide di seguirne le tracce da Avellino nel Sud Italia fino alle colline del Carso nel Nord-est. Entrambi hanno lo stesso nome: Eugenio Barzaghi. Entrambi sono alla ricerca della “Bocca d’Inferno”: trincea dal nome spaventevole che sembra essere l’unico punto possibile del loro incontro. Si prosegue, alle 19.30, con Deriva, la pellicola scritta da Danilo Monte e Mario D’Ambrosio, per la regia di Monte che esplora il fragile equilibrio delle relazioni familiari Protagonista è Mario che vive sospeso tra le pareti di casa, immerso nei colori dei suoi quadri e nei ricordi che affiorano come lampi: frammenti di un tempo in cui tutto sembrava più pieno, più vicino. Adesso, il presente si è fatto muto, distante. Decide di partire per Napoli, dove la città esplode di gioia per il terzo scudetto, e dove lo attende un figlio con cui le parole si sono fatte rare e fragili. È il viaggio quieto di un uomo che cerca un varco nel presente, tra ciò che resta e ciò che ancora può nascere.
La quarta giornata del Laceno d’oro prenderà il via, alle 16 con Die Goldifsche di Alireza Golafshan, alle 18, spazio ai cortometraggi degli Occhi sulla città, alle 19.45 Nicolae Ceasescu-Un’autobiografia. Alle 16, prosegue la retrospettiva dedicata a Victor Erice. Alle 21.30 “Il quieto vivere” di Gianluca Matarrese. La pellicola segue le vicende delle famiglie costrette a convivere nella stessa palazzina di un borgo calabrese dove l’odio si tramanda come un’eredità. In questa famiglia, la più infelice è Luisa Magno: 50 anni, ribelle, precaria, madre affettuosa ma in guerra con tutti. Soprattutto con Imma, la cognata: più giovane, più bella, più inserita, e ormai sua ossessione quotidiana. Imma, dal canto suo, si sente vittima di un’ingiusta persecuzione.



