Sarà il parco archeologico dell’antica Aeclanum ad accogliere il 7 settembre, alle 18, la presentazione del volume “Hirpini. Le genti del lupo”, edito da Delta 3, che si fa ricostruzione attenta dei primi insediamenti sul territorio. “Studiando il passato della terra irpina è possibile – spiega Marandino – individuare elementi di eccellenza e potenzialità da valorizzare. Un esempio è il festival della farsa popolare che esisteva in passato e che potrebbe essere riproposto nel Mezzogiorno. Proprio dalla memoria d’Irpinia possono arrivare stimoli interessanti per costruire il futuro. Oggi più che mai dobbiamo svegliarci”. Spiega come “La scelta è stata quella di puntare, nella realizzazione del progetto, di collaboratori di diversa formazione, storici, letterati, linguisti per offrire una prospettiva del popolo degli Hirpini che fosse il più possibile esauriente”. Quindi si sofferma sul coraggio degli Hirpini “Un popolo fiero, capace di stabilire rapporti commerciali con i Greci e gli Etruschi, contraddistinto da un’organizzazione religiosa e politica ben definita”.
Il nome degli Hirpini deriverebbe da hirpus («lupo»), animale sacro a Marte, sotto la cui guida sarebbero immigrati nelle sedi d’Italia. Dopo la sconfitta della lega sannitica (286 a.C.), gli I. furono separati dalle altre stirpi sannitiche dislocate più a nord mediante la colonia dedotta a Benevento (268 a.C.): da allora formarono nell’Italia romana un’unità etnica territorialmente distinta. Nella seconda guerra punica parteggiarono per Annibale e nel 209 a.C. furono sottomessi da Roma. Primi a ribellarsi nella guerra sociale (90 a.C.), furono sconfitti da Silla.
“Quale fosse esattamente il rapporto fra gli Irpini e i Sanniti – scrive Marandino nell’introduzione – è ancora una questione storico-filologica ampiamente dibattuta ed estremamente complessa. Il suo nucleo problematico emerge per intero dalla breve nota che Strabone dedica appunto agli Irpini a chiusura della trattazione sui Sanniti: Vengono poi gli Irpini, anch’essi Sanniti; derivano il loro nome da quello di un lupo che conduceva la colonia: i Sanniti chiamano hirpos il lupo. Essi confinano con i Lucani dell’entroterra. Siccome le fonti del geografo greco sulle popolazioni stanziate in Italié sono antiche e autorevoli (Ecateo, Ippi di Reggio, Antioco di Siracusa e Timeo di Tauromenio, certamente; Filisto di Siracusa, Scilace di Carianda e Teopompo di Chio, probabilmente), non c’è ragione di dubitare delle poche ma rilevanti notizie da lui fornite. Per tanto, secondo Strabone, gli antichi Irpini appartenevano, anch’essi, alla potente e bellicosa stirpe dei Samnites, e come tali verosimilmente essi si consideravano. La loro appartenenza all’etnia sabellica, per altro, non venne mai messa in dubbio né dagli storici né dagli eruditi romani, e trova riscontro anche nelle scoperte archeologiche dell’ultimo cinquantennio. Su questa stessa linea si muovono i più recenti e qualificati studi, in particolare quelli del Salmon, della Regina e del Tagliamonte. Anche gli studiosi meno recenti non hanno mai dubitato del loro legame con i Sanniti. Perché, allora, a differenza di altre tribù, anch’esse sicuramente sannitiche (Caudini, Carecini e Pentri), che non risultano oggetto di presentazioni particolari, Strabone ritenne necessario parlarne a parte, fornendo due importanti dati distintivi: l’animale-totem e il territorio da essi occupato?”.
Molteplici i temi analizzati, dall’origine degli Hirpini all’organizzazione politica, dal commercio alla religiosità, dal ruolo della popolazione di origine sannita nella lotta contro Roma fino al graduale processo di romanizzazione. A offrire il proprio contributo al confronto saranno Flavio Castaldo su “L’Irpinia dall’età del ferro alla battaglia di Cuma”, Pierina De Simone ha analizzato “Le necropoli di Carife e Castel Baronia”, Nicola Trunfio analizzerà ”La lingua, religione e religiosità degli antichi Hripini”, Luigi Lariccia si interroga sui rapporti con le altre etnie, Giovanni Ferrante ha ricostruito i complessi rapporti con Roma. A introdurre l’incontro il direttore del parco archeologico Aeclanum Mario Cesarano. Sarà l’occasione per ricordare la giovane archeologa Milena saponara, prematuramente scomparsa. L’appuntamento è promosso con il patrocinio del Comune di Mirabella, della Provincia e della Regione.