Centinaia di figuranti in costume, un paese intero con indosso vesti dalle fattezze antiche e la magia di una manifestazione ricca di grande pathos.
Torna anche quest’anno la Passione di Gesualdo, atteso appuntamento in programma la sera del Venerdì Santo, che mette in scena la vita di Cristo e la Via Crucis con una suggestiva rappresentazione di comunità nello splendido scenario del Castello che fu dimora del Principe dei Musici, Carlo Gesualdo.
La manifestazione, organizzata dalla Proloco Civitatis Iesualdinae in collaborazione con le altre associazioni locali, richiama ad ogni edizione moltissimi spettatori, accompagnando le celebrazioni della Pasqua e coniugando l’elemento spirituale e religioso alla componente teatrale e spettacolare.
Due ore di straordinaria intensità in grado di portare gli spettatori indietro nel tempo fino alla Gerusalemme di duemila anni fa. La “Passione di Gesualdo” è ideata come qualcosa di più di una semplice rievocazione storica rilevando la propria natura di spettacolo corale, con tutto il corredo del caso, attorno alle ultime ore della vita di Gesù
A determinarne il grande successo, la cura dei particolari, lo scenario della Rocca del castello di Gesualdo e una ormai collaudata formula registica arricchita da spettacolari effetti scenici e musicali. La manifestazione è patrocinata dal Comune di Gesualdo, dalla Provincia di Avellino e dalla Regione Campania.
“L’obiettivo della Passione di Gesualdo è, da sempre, stato – si legge nella nota di presentazione dell’iniziativa – porre a noi stessi domande mentre, dinanzi ai nostri occhi, prendono forma gli ultimi istanti della vita di Gesù. È probabile che otterremo solo risposte in bilico, ma sicuramente faremo un piccolo passo verso le verità che cerchiamo. Il tema dell’edizione 2024 è la DISINTEGRAZIONE, ovvero il processo di disintegrarsi, la perdita dell’integrità. Il concetto peregrina tra le epoche storiche, caratterizzando le fasi conclusive di un percorso sociale, in previsione di una trasformazione. Il cambiamento, la conversione a stili e pensieri differenti generano, spesso, un naturale e umano disordine: la scomparsa di coesione. Agli iniziali tremori, però, deve far seguito la ricostruzione, anche e soprattutto personale. Pensare alla morte di Cristo come la disintegrazione di ciò che vi era prima, a vantaggio di un nuovo cammino, risulta intuitivo.Ciò che sorprende, a distanza di secoli, è l’incessante volontà degli uomini di progettare strade secondarie che conducono allo smarrimento, a nuove e costanti disintegrazioni”.
E’ Roberto Flammia, regista e direttore artistico della Passione a spiegare come “La rievocazione della Passione di Cristo è stata concepita e realizzata inscenando la condanna a morte di Cristo, esattamente in quei luoghi testimoni dell’espiazione e del tormento dell’anima di Carlo Gesualdo. La Gerusalemme dell’epoca rivive in una spettacolare rievocazione storico-religiosa non solo della Crocifissione ma anche di particolari pagine evangeliche. Sul sacrato del Cappellone in Piazza Umberto I – inizio alle ore 21.30 – si avvicendano le scene della Cattura di Gesù, al Processo e alla sua flagellazione davanti Ponzio Pilato. Terminato il processo con la condanna di Gesù: parte la Via Crucis. Il corteo si snoda lungo la salita di Via Municipio nella rievocazione della Salita al Monte Calvario che culmina sui bastioni dell’imponente castello di Gesualdo. Tra effetti luminosi con in sottofondo le struggenti note dei Responsoria di Carlo Gesualdo fuse con la potenza del suono delle chitarre rock, il castello fa da cornice alla spettacolare e potente scena della crocifissione”.