Oggi alle 15 si riunisce l’assemblea dell’Alto Calore per eleggere il nuovo manager. I sindaci soci dovranno tirare l’intesa su un profilo politico o un tecnico. Complicata la scelta di un politico, prende quota il nome di Vincenzo Belgiorno, ex direttore generale dell’Ente idrico campano.
Professore ordinario di Ingegneria sanitaria ambientale presso l’Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Ingegneria Civile, docente dei corsi di Impianti di trattamento sanitario ambientale,Gestione dei rifiuti solidi, Bonifica di siti contaminati.
Belgiorno sarebbe sponsorizzato direttamente dal governatore Vincenzo De Luca, in particolare dal vice presidente della Regione e assessore all’ambiente Fulvio Bonavitacola.Troverebbe inoltre il via libera di Clemente Mastella, leader di Noi di Centro, sindaco di Benevento, e di conseguenza dei comuni sanniti. Ad appoggiare Belgiorno ci sarebbero inoltre il presidente della Provincia e sindaco di Montella, Rino Buonopane e anche Italia Viva, ovvero il sindaco di Montemarano, Beniamino Palmieri, coordinatore del distretto idrico irpino dell’Eic.
Sempre che Belgiorno accetti l’incarico, cioè di raccogliere una patata bollente: non solo infatti c’è bisogno di portare la società fuori dal concordato preventivo, evitandone il fallimento o comunque la privatizzazione pure solo in parte, ma anche fare fronte all’emergenza idrica e magari neutralizzare anche l’aumento della tariffa.
Il consigliere regionale Maurizio Petracca non sarebbe della partita.L’attuale presidente dimissionario dell’Alto Calore, Antonello Lenzi, si era detto disponibile a restare alla guida della società di Corso Europa a patto di aver un sostegno unanime condizione difficile da raggiungere.Nelle ultime ore sembrerebbe prendere prendere sempre più quota il nome di Alfonsina De Felice, professoressa di diritto del lavoro dell’università degli studi di Napoli, già consigliere della Suprema corte di Cassazione, ex assessore regionale alle politiche sociali con Antonio Bassolino ed ex presidente dell’Ambito Sarnese vesuviano (Ato 3) e nonchè presidente del Cda della Gori spa dal 2005 al 2008.
Sulla questione Alto Calore intanto interviene il Comitato Uniamoci per l’acqua: “Anche con il nuovo amministratore unico le reti idriche resteranno obsolete, rotte e danneggiate, visto che portano i segni di sessant’anni di fatica; i debiti continueranno ad esserci, e non sono pochi, con il tentativo di aumentare le tariffe, per ora messo da parte. Ma non accantonato del tutto. E con il risultato finale che, quotidianamente, i cittadini restano quotidianamente senza risorsa idrica. Mentre gli ultimi dati dell’Osservatorio permanente, risalenti alla fine di questo mese, sugli utilizzi idrici classifica le province di Avellino e Benevento, insieme a Puglia, Lazio, Basilicata definiscono il momento con la”severita’ alta”. Quello che più interessa è che possa cambiare il modo di gestire Alto Calore. Così pensa il Comitato ” Uniamoci per l’acqua”.
Che si augura, e richiede, una “governance collegiale: basta con l’Amministratore Unico da sacrificare sul rogo. Serve un organismo plurale, con tecnici indipendenti e rappresentanza dei sindaci”.
Vincolo sulla finanza ponte: la Regione metta le risorse solo se legate a un piano scritto e pubblico di rifacimento reti, con cronoprogramma e verifica semestrale.
Stop agli aumenti tariffari: nessun rincaro per famiglie e imprese finché non si garantisce l’acqua h24. I costi straordinari vanno coperti da fondi regionali e nazionali.
Trasparenza con il Tribunale: i commissari del concordato devono avere garanzie vere e atti chiari, non rinvii e promesse.
Assunzione di responsabilità dei sindaci: soci dell’ACS e rappresentanti delle comunità. Non basta ratificare un nome: occorre pretendere lo stato di emergenza nazionale e un tavolo permanente con Governo e Regione.
Se i sindaci continueranno a giocare al teatrino delle correnti, l’Alto Calore affonderà e con esso il diritto all’acqua per migliaia di famiglie.
Non servono facce nuove da bruciare, serve un cambio di modello e di coraggio”.