Che la rappresentanza politica non goda di ottima salute, è sotto gli occhi di tutti. Del resto, il dato nazionale degli astenuti ha ampiamente conquistato la maggioranza. Una – delle tante – conseguenza di questa tendenza è l’imperante crescita del civismo.
Il primo turno delle elezioni amministrative di Avellino, non a caso, tra gli altri attori politici, ha visto l’iscrizione al registro dei partecipanti di due ampie formazioni civiche, capitanate da Laura Nargi e Rino Genovese. A urne chiuse, se da un lato l’ex vicesindaca ha raccolto i voti dell’ex amministrazione – a trazione civica – mentre il giornalista Rai ha fatto i conti con i limiti di un civismo indistinto portato al limite, l’affermazione della coalizione di centrosinistra come la più votata mette in luce una forte riposta politica.
Il Partito Democratico è risultato il partito più votato, seguito dal Movimento Cinque Stelle e dal contributo di Sinistra Italiana, Azione e dalle varie associazioni di chiara estrazione di sinistra.
L’altra faccia della medaglia racconta di un centrodestra spettatore. Fratelli d’Italia, nonostante sia il primo partito d’Italia, ha raccolto solo il 4,2% delle preferenze, così come Unione di Centro che ha messo a referto l’1,2%. Forza Italia e Lega teoricamente della partita, si sono diluiti nel civismo di Genovese fino a scomparire.
E se a questo si aggiungono i dati delle elezioni europee avellinesi, abbiamo lo stesso risultato. PD primo partito con il 26,2%, M5S al 15,3%, Alleanza Verdi-Sinistra al 6,5%, Stati Uniti d’Europa al 5,9% e Azione al 2,1%. Di contro abbiamo FdI al 18,1%, FI al 16,8% e la Lega al 3,7%.
Al di là del risultato che consegnerà il ballottaggio, è impossibile ignorare la consacrazione maggioritaria del centrosinistra ad Avellino.
La freddezza dei numeri restituisce l’affermazione, forte, del campo largo, che in due elezioni – una maggioritaria e un’altra proporzionale – si è imposto in una città che ha visto l’emergere di una robusta componente civica. Tra l’altro in linea con i risultati del Sud, che insieme si ritagliano il ruolo di argine alle destre e modello di rilancio per la sinistra.