Pellegrino Caruso
A scuola ricordo sempre le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo faccio da anni, ragionando con i ragazzi anche su come sono cambiati tempi e modi della comunicazione. Ad annunciare la strage di Capaci fu un’ edizione straordinaria del Tg1 condotto da Angela Buttiglione che fu come una ferita inferta a meta’ sera nella case degli Italiani, con un ritardo notevole rispetto all’attentato del pomeriggio come tardive apparvero nel tg di Badaloni anche le conferme dell’attentato a Borsellino del 19 luglio…In soli 57 giorni furono colpiti due uomini dello Stato e tra i due eventi ci sono testimonianze che riporto sempre alla luce ed alla mente dei miei allievi…Una e’ l’ intervista che Borsellino rilascio’ al tanto bravo quanto sfortunato Lamberto Sposini in cui colpisce il passaggio in cui Falcone viene ricordato come presenza eticamente benefica…
L’ altra e’ la testimonianza della vedova di Vito Schifani, con quella voce rotta dal pianto che chiedeva agli assassini di inginocchiarsi, di chiedere perdono ad una citta’ sporcata col sangue per difendere lo Stato, ideale rievocato dalla vedova tra convinzione e sofferenza, in un ‘ eco che scuote ancora le coscienze. Ricordo sempre anche la toccante intervista di Serena Bortone alla vedova Montinaro che, con dignità, non lascia la sua Sicilia e mantiene in vita il marito con la tenacia della testimonianza…Sono trascorsi 32 anni da quei pomeriggi malefici e, nel testimoniare quei giorni ai miei alunni, mi chiedo se ora davvero viviamo giorni migliori…Credo purtroppo di no..
Ricordo di quei giorni del ‘ 92 la solerzia in cui si scelse Scalfaro, capo dello Stato per dare l’idea unitaria di uno Stato che, pur tra retoriche incertezze, comunque resisteva e faccio un confronto con quei 1000 grandi elettori dei nostri giorni che due anni fa faticarono a trovare uno, dico un cittadino italiano che fosse in grado di guidare lo Stato, oltre un pur rispettabile ottuagenario…Sono troppi gli attuali politici che sono responsabili dei venti di guerra che soffiano forti nel cuore dell’ Europa come in medio Oriente e mai avrei pensato che saremmo arrivati al punto di far credere all’ opinione pubblica che Piani di ripresa e resilienza possano essere compatibili con piani di guerra, che si potesse fissare per legge il termine di una emergenza pandemica e che si potesse far finta di niente dinanzi ad un’ emergenza climatica mondiale…Sono tante le incertezze del nostro tempo ma abbiamo il dovere di andare avanti, preservando democrazia e libertà e cercando di creare quel clima culturale che possa far germogliare quelle buone idee che camminano sulle gambe degli uomini di buona volonta’…