Non possono lasciare indifferenti le scritte comparse suoi social vicini al Blocco Studentesco, sotto la regia di Casa Pound, che immortalano studenti delle scuole cittadine, dal liceo Mancini all’Amabile fino al Colletta e all’Imbriani con la scritta antifascismo= mafia. Nel segno di uno slogan che imperversa in tutta Italia.
Un accostamento che fa rabbrividire se pensiamo che la Repubblica italiana è fondata sui principi dell’antifascismo, sulla difesa della democrazia contro ogni forma di tirannia e regime.
Appare piuttosto un modo per condannare ogni forma di protesta, in nome dei principi antifascisti, quasi legittimando le nuove forme di fascismo che avanzano, ora nascoste, ora più evidenti, nella politica di Trump o di Putin.
Immagini, quelle dei militanti irpini, che fanno rabbia poiché i ragazzi probabilmente non comprendono fino in fondo il senso di quello hanno scritto.
Lo conferma quanto si legge sul sito di Casa Pound, in cui si fa riferimento a una mentalità mafiosa che invade ambiti istituzionali e non, da scuole a Università a festival del libro o del cinema o televisioni, trasformandoli in feudi con i loro feudatari. E non si capisce bene cosa abbia a che vedere questo presunto monopolio culturale con l’antifascismo per difendere il quale intere generazioni hanno sacrificato la vita. Un antifascismo che è o dovrebbe essere memoria condivisa, al di là degli opposti schieramenti. Un sacrificio non diverso da quello di uomini come Falcone e Borsellino, che hanno combattuto contro la mafia, sempre in nome della libertà e contro ogni forma di violenza
È chiaro che questi striscioni comparsi in tutta Italia sono il segno di un sistema che si è inceppato, in cui si fa fatica a trasmettere valori chiave che sono alla base di qualsiasi democrazia. Ma è anche il segno di come i giovani spesso cerchino solo modi per provocare, costi quel che costi, inseguendo le mode sui social.