Di Rodolfo Picariello
Il problema relativo al fenomeno dei cinghiali all’interno del centro urbano arianese viene riproposto dal gruppo consiliare Patto Civico che lo ritiene “non più trascurabile”. Il Patto civico chiede «nuove e forti iniziative e l’immediata convocazione di un tavolo tecnico si spera questa volta, senza escludere nessuno».
Si evince da questa richiesta quanto siano distanti le posizioni tra maggioranza e minoranza. Il consigliere Daniele Tiso che ha sempre denunciata la presenza dei cinghiali a ridosso della villa comunale, ritiene, questo, un problema prioritario da risolvere. Tiso e il gruppo ricordano in un intervento che il fenomeno era stato sollevato già da luglio 2021 e questo aveva portato ad approvare una delibera del 13 gennaio 2022. «Solo grazie a quella nostra delibera fu possibile attivare le procedue previste e così avviare una importante interlocuzione con la Regione, il CRIUV, l’ATC e l’ASL».
Una interlocuzione tenuta pressoché esclusivamente dal consigliere Tiso. E si articola «attraverso numerosi incontri – aggiunge il gruppo di opposizione – con i competenti organi regionali». Si ricorda quindi che dopo un incontro del 17 aprile 2023 si giunse all’installazione di un chiusino in contrada Loreto. E un altro confronto aveva portato all’installazione di un secondo chiusino in Contrada Matteotti oltre che all’avvio della caccia di selezione nelle zone di ripopolamento e cattura con la nomina di 13 coadiutori.
Queste attività hanno portar usitati importanti come circa 300 abbattimenti. «Il caso del cinghiale in villa comunale – aggiungono dal gruppo Patto civico – invece è stato seguito direttamente dall’Amministrazione con esclusione di chi (il consigliere Tiso) fino a quel momento si era occupato del problema.
Invece, all’incontro del tavolo tecnico svolto il 9 gennaio 2025, in cui fu deciso di piazzare un gabbia a pian terreno del parco pubblico, riuscì a partecipare solo “infilandosi”, non invitato, e prendendo le distanze da quella strana iniziativa, segnalando l’inopportunità della chiusura del Parco e suggerendo la possibilità di installare la gabbia in un’area adiacente al campo sportivo Renzulli, oppure una recinzione metallica per ostruire il passaggio al cinghiale».
Questa la denuncia del Patto civico che a seguire parla di fallimento dell’azione anti cinghiale. «Oggi a distanza di due mesi , la chiusura della villa si è rivelata operazione fallimentare, e intere famiglie di ungulati stazionano tranquillamente nelle aree adiacenti e in molte altre zone, sia di periferia che del centro storico. Non si trascuri oltre il problema, noi siamo pronti a collaborare , come sempre, quando ce ne è stata data la possibilità».