Sulla misura cautelare che ha colpito l’ex sindaco Gianluca Festa il suo difensore, l’avvocato penalista Luigi Petrillo ha diramato una nota ufficiale per chiarire la posizione del suo assistito.
1) dall’ 8.09.2023 il nostro ordinamento ha recepito una direttiva UE secondo la quale l’ indagato, anche quando sottoposto a misura cautelare, ha diritto a non essere indicato come colpevole fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza irrevocabile.
Di tale diritto deve essere garante l’ Autorità Giudiziaria. Spiace constatare che nel caso del Dott.Festa, subito dopo l’ esecuzione della misura sono state diffuse notizie ed addirittura immagini tratte da informative di reato non ancora nella disponibilità né dell’ indagato, né del suo difensore, cui è stato attribuito valore di prova di responsabilità, prima che l’ indagato potesse offrire al Giudice una spiegazione alternativa a quanto sostenuto in tesi dagli inquirenti;
2) ad un primo esame degli atti resi disponibili alla difesa, un dato è certo: nemmeno gli investigatori ipotizzano che i fatti di corruzione contestati al Dott.Festa, gli abbiano procurato un profitto economico. E’ davvero illuminante li passaggio contenuto in uno dei capi d’ imputazione, secondo il quale egli avrebbe indotto un imprenditore a versare un contributo alla manifestazione Eurochocolate, allo scopo esclusivo di assicurarsi la “riuscita della manifestazione”;
3) in merito alla presunta sottrazione del computer, avvenuta, secondo gli inquirenti, oltre un mese e mezzo addietro, e prima che l’ indagato sapesse di esserlo, la difesa sta analizzando le immagini registrate nell’ ufficio del Sindaco. Quel che è certo è che il pc in argomento, di fabbricazione piuttosto datata, non poteva custodire alcun elemento di interesse investigativo, se non altro perché protetto da una password nota a molti;
4) in merito al tema concorsi, si avrà modo di chiarire tutto in sede di interrogatorio di garanzia, cui li Dott.Festa non intende sottrarsi. A tal proposito, la difesa dell’ indagato fa presente di aver comunicato all’ A.G. la volontà del suo assistito di essere ascoltato sin dal 27.03.2024, e di non aver ricevuto alcun riscontro a tale istanza. Se l’indagato fosse stato convocato come da lui richiesto, molto probabilmente non vi sarebbe stato alcuna necessità della misura cautelare”.