Ieri è già passato. Un piccolo passo in avanti, almeno così sembra. Ma con l’effetto di restare sempre al punto da dove si è cominciato. La vertenza Asidep è una storia italiana. Anzi, per essere più precisi, irpina. Per il momento sospeso, per la seconda volta, il bando europeo per l’affidamento della gestione della depurazione delle industrie negli otto nuclei industriali. La retromarcia da parte del presidente dell’area di Sviluppo Industriale, Pasquale Pisano, è avvenuta nel pomeriggio di ieri quando si è riunito il comitato direttivo dell’Asi. A seguito delle proteste dei sindacati e dei lavoratori, e dopo le strette di mano, e i patti, stipulati in Prefettura alla presenza del prefetto di Avellino, Paola Spena, e dell’assessore regionale Antonio Marchiello.
Una vittoria, quella di ieri, a metà, dei tre segretari provinciali: della Fiom, Giuseppe Morsa, della Uilm, Gaetano Altieri, e della Fismic, Giuseppe Zaolino. Ma che, comunque, ha ancora il sapore dell’incertezza. I dipendenti di Asidep, pur raccogliendo con perplessità gli ultimi accadimenti, pensano che” si stia soltanto prendendo tempo”, ovviamente riferito al presidente Pisano. Mentre qualche dirigente non esclude che, alla fine, possa essere proprio Asi a prendere la gestione diretta. Un rompicapo. Che potrà sciogliere soltanto Irpiniambiente quando presenterà il proprio piano di lavoro. Intanto è slittato ad un mese il termine per la restituzione degli impianti e degli stessi licenziamenti : doveva essere domani ma sarà, invece, il prossimo 31 dicembre. Una parte importante, per i sindacati, nell’intera vicenda la ricopre la Regione Campania. Intanto l’Asi potrebbe richiedere fondi per la cassa integrazione, oltre che per la cessazione dell’attività. Per la durata di un anno. Una considerazione la fa Gaetano Altieri, segretario provinciale della Uilm:”Dobbiamo capire( evidentemente tutti i sindacati,ndr)cosa hanno intenzione di fare. La vicenda dell’Asidep può finire bene, a condizione che la Regione metta a disposizione risorse necessarie per far ripartire, nell’arco di un anno, almeno due impianti per lo smaltimento del percolato. Se faranno così- continua Altieri- c’è la possiamo fare”.
Ancora il sindacalista aggiunge:”Si può fare un esodo incentivato di quei lavoratori prossimi alla pensione, in modo che sia una operazione di snellimento senza grossi traumi”. In questo modo pareggio. Sdai 46 ai 48 lavoratori E ancora Altieri:”Credo che, con l’apertura degli impianti e che vanno a smaltire i rifiuti, si possono ottenere i ricavi che mettono la società almeno in pareggio. Senza farla più perdere”. Il segretario immagina che, questo,”possa essere il piano industriale di Irpiniambiente”. Per adesso, sono importanti i prossimi giorni.”Partiamo dall’accordo stipulato in Prefettura il 13 novembre scorso- conclude Altieri- e aspettiamo il piano che presenterà Irpiniambiente”.