Passi avanti non se ne fanno, anzi si torna indietro. Come il gambero, insomma. All’Asidep, azienda partecipata dell’Asi, che lavora nel campo della depurazione irpina, si viaggia su una fune sospesa per aria: i 54 lavoratori, e i sindacati, sono in attesa di novità: per meglio dire una convocazione delle parti interessate in Prefettura.
Invano. Almeno fino ad ora.
Eppure due mesi fa ci si era lasciati, a palazzo di Governo, con un preciso accordo sottoscritto tra Pasquale Pisano, presidente delle Aree di sviluppo industriale, Vanni Chieffo, suo omologo all’Asidep, e i sindacati. A dare forza, a quell’intesa raggiunta, c’erano anche l’assessore regionale al Lavoro Antonio Marchiello e, ovviamente, il prefetto di Avellino Paola Spena. Con Irpiniambiente, cioè il soggetto scelto per la gestione della depurazione delle aree industriali.
Tutto risolto? Macché. Da allora, tra scioperi proclamati e poi sospesi, dovuti alla “responsabilita'” dei dipendenti Asidep, viene contestato il fatto che, non solo non sono stati mantenuti, da Pisano, gli impegni presi ma che nel bando di affidamento temporaneo della gestione della depurazione è stata inclusa una clausola in cui si esclude proprio Irpiniambiente.
E oggi scade l’ultimatum imposto dai sindacati prima che, martedì prossimo, si ritorni a scioperare e fermare la depurazione in tutte le aziende del cratere. Si chiede un nuovo e, stavolta, decisivo incontro a palazzo di Governo. Intanto la clausola di salvaguardia inclusa nel bando di affidamento temporaneo, secondo Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic,”è strumentale perché se ci fosse stata la volontà si poteva ricorrere all’articolo 76, la procedura d’urgenza”.
Come, tra l’altro, era stato concordato nell’ormai famosa riunione in Prefettura dello scorso 15 novembre.”Ci aspettiamo, a breve, proprio per questo l’incontro in Prefettura-dice il segretario provinciale della Uilm, Gaetano Altieri-. Vogliamo capire le intenzioni di Pisano e di Crivaro”. Per domani, quindi, si aspetta la chiamata del prefetto. “Probabilmente-aggiunge Zaolino-è una messa in scena per cercare di favorire qualcuno e mettere tutti di fronte ai licenziamenti che, il tribunale fallimentare, farà a fine febbraio”. I sindacati cercano di evitare tutto questo e sostengono che”siamo ad un passo dal baratro”. E, ancora Zaolino, sottolinea che” se così sarà si dimostrerà la irresponsabilità politica di questi dirigenti che già hanno accumulato debiti, siamo a 32 mioni di euro, con un fallimento alle spalle e uno prossimo, quello dell’Asidep, appunto”. Mentre qualche dirigente accusa i sindacati di riscaldare gli animi. Intanto dopodomani si comincia a scioperare, a meno di novità dell’ultim’ora. Lo stesso segretario provinciale della Fismic avvisa tutti.”Noi, e i lavoratori, non molliamo. Il Prefetto, gli industriali del cratere, il partito democratico e tutto il sistema di potere sappiano che venderemo cara la pelle”.