La tutela degli operatori sanitari da aggressioni fisiche e violenze verbali durante l’esercizio della professione è stata proprio al centro del corso di formazione promosso dall’Asl di Avellino, con il supporto della Regione Campania. L’iniziativa è stata presentata questa mattina nell’Aula Pastore della sede di via degli Imbimbo.
L’attività formativa promossa dall’azienda sanitaria locale diretta da Mario Nicola Vittorio Ferrante ha lo scopo di fornire agli operatori sanitari del pronto soccorso e del 118 maggiori strumenti per difendersi da eventuali comportamenti violenti ai loro danni. I dettagli del corso sono stati illustrati dai responsabili scientifici, Almerico Ippoliti (Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione ASL Avellino), e Maria Rosaria Troisi, Direttore UOC Qualità Accreditamento Rischio Clinico e Formazione ASL Avellino.
Presenti nell’Aula Pastore Mario Nicola Vittorio Ferrante, Direttore Generale ASL Avellino, Maria Concetta Conte, Direttore Sanitario ASL Avellino, Franco Romano, Direttore Amministrativo ASL Avellino, Rossana Riflesso, Prefetto di Avellino, Pasquale Picone, Questore di Avellino, Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Albanese, Comandante Provinciale Carabinieri di Avellino, Leonardo Erre, Comandante Provinciale Guardia di Finanza di Avellino.
Sicuramente le aggressioni ad Avellino e provincia non rappresentano un fenomeno così grave. Il fatto di essere una provincia piccola, rispetto alle grandi città metropolitane, ci consente di attuare un’azione preventiva più efficace perché riusciamo ad affrontare il problema prima che assuma proporzioni preoccupanti” ha dichiarato il direttore generale dell’Asl di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante.
“Qualche episodio si è verificato, ma si è trattato di fenomeni molto limitati. Questo anche grazie al fatto che, qui in provincia di Avellino, è ancora viva una cultura di civiltà contadina: le persone che arrivano dimostrano ancora un certo rispetto” ha sottolineato Ferrante.
“Mettiamo in campo un’attività preventiva coinvolgendo i principali attori dell’azienda. Abbiamo voluto anche la presenza delle autorità perché quando si verifica un evento, anche se isolato, poi entrano in gioco inevitabilmente tutti gli organismi di controllo. Parlare di questi temi, secondo me, è utile per tutti e contribuisce anche a rasserenare gli animi”.-
“Ci prendiamo cura degli operatori, che sanno di poter contare sul nostro supporto: ci occupiamo di loro, delle eventuali problematiche e promuoviamo attività di formazione. Sicuramente ne seguiranno anche altre in futuro” ha detto il direttore dell’Asl di Avellino.
Presente alla presentazione dell’iniziativa dell’Asl il Prefetto di Avellino, Rossana Riflesso, che ha dichiarato: “La Campania è la seconda regione in Italia per numero di aggressioni agli operatori del sistema sanitario. Quindi, il problema esiste, è grave, e riguarda non solo la mancanza di rispetto delle regole o l’assenza di sanzioni adeguate, ma ha anche — e forse soprattutto — una natura culturale”.
“È un problema che si collega alla violenza e all’aggressività che registriamo anche in altri ambiti. È una questione di rispetto.Per questo credo che, al di là delle misure contingenti legate alla repressione, alla vigilanza e al controllo — che pure sono già in atto — sia necessario avviare iniziative di tipo culturale” sostiene il Prefetto.”Ritengo fondamentale valorizzare il lavoro degli operatori sanitari. Un tempo, nei paesi, c’erano delle figure di riferimento riconosciute e rispettate: il medico, il sindaco, il parroco, il farmacista. Oggi noto un declino di questi valori fondamentali, che dovremmo assolutamente recuperare” ha aggiunto Riflesso.
“L’ASL, da questo punto di vista, sta già lavorando sulla prevenzione, puntando anche a migliorare l’approccio dei medici nei confronti del pubblico. Spesso i familiari dei pazienti sono esasperati, le situazioni cliniche sono gravi, gli interventi possono essere drammatici” ha affermato.”Certamente ci sono carenze nel sistema, ma nulla può giustificare l’aggressività, che a volte non è nemmeno motivata da dati oggettivi, ma solo dalla percezione, magari, che il proprio caro sia in pericolo.È comprensibile, umanamente, l’ansia e la preoccupazione, ma bisogna mantenere il rispetto. Rispetto per la persona e per la professione di chi lavora nel sistema sanitario” ha concluso Riflesso.
Poi Il prefetto si sofferma sulle collusioni con la criminalità, per cui sono state disposte delle interdiittive., in particolare per una società di calcestruzzi. “Con i poteri che ha il prefetto, che sono in prevenzione non in repressione, ricordiamo cioè gli esiti delle varie diciamo vicende giudiziarie non competono al prefetto, stiamo molto attenti molto a quello che succede e anche rispetto all’ultimo interdittiva, che permettetemi di dire risulta un po’ contraddittoria, nel senso che viene acclarata una situazione non limpida, però poi praticamente viene annullato il nostro provvedimento. Ovvio, questo lo posso dire con tranquillità, che ho tutta l’intenzione di fare ricorso nei confronti di questo provvedimento, ma secondo me è un obbligo perché il contenuto stesso dell’interdittiva mi spinge a ritenere che ci tutti i presupposti per poterlo fare”.
C’è la massima attenzione ribadisce il prefetto: “Stiamo seguendo molto attentamente, unitamente alle forze dell’ordine e devo dire anche con un occhio da parte della Procura, ma ovviamente i nostri campi sono diversissimi, la Prefettura interviene in prevenzione, mentre invece la Procura interviene quando il fatto ormai è successo. Diciamo quindi però c’è un bel rapporto e stiamo facendo”.
Per quanto riguarda la vulnerabilità degli enti, il prefetto si è detta soddisfatta del lavoro che stanno portando avanti le commissioni straordinarie a Quindici e Monteforte Irpino, che andranno al voto nella prossima primavera. La domanda riguarda proprio la possibilità e la bonifica sono in grado di riportare al voto i due comuni: “Immagino di sì- ha spiegato il prefetto- perché le commissioni stanno facendo sicuramente tutto quello che è in loro potere fare. È evidente che si tratta di un periodo limitato. Ancorché diciamo non brevissimo. Abbastanza evidente, che magari voglio dire non è sufficiente neanche come periodo. Tuttavia ovviamente stanno facendo il loro. Stanno sicuramente come dire producendo degli ottimi effetti. Il compito delle commissioni è quello anche di ristabilire criteri di legalità all’interno del Comune”.