Valle Ufita – Stamattina assemblea convocata dai sindacati alla Menarini. Dopo i quattro licenziamenti, tre allo stabilimento di Bologna e uno in quello irpino, era probabilmente giunto il momento di esaminare il primo periodo del nuovo proprietario, la Seri Industrial dei fratelli casertani Civitillo.
Quei licenziamenti hanno”segnato un punto di non ritorno – hanno detto i segretari provinciali di Fiom, Uilm e Fismic-“. E, infatti, l’attenzione delle tute blu di valle Ufita era alta in quanto, aggiunge Giuseppe Zaolino della Fismic,”quella scintilla ha riportato a parlare dei temi centrali”. Seri non starebbe”osservando il piano industriale concordato con il Governo ed il sindacato nazionale”.
E invece di assumere, licenzia. Ad Gaetano Altieri, Uilm, sembra”contraddittorio che, una azienda in via di sviluppo, invece di dare certezze a chi da un anno lavora con contratti precari,nell’ultimo incontro ha confermato che non intende stabilizzare e andare avanti così”. E questo, per il segretario provinciale della Uilm,”non è un segnale incoraggiante”.
Quindi c’è il problema dei cinesi della Geely. Che negli ultimi tempi si sono defilati. “Da soci sono diventati partner – dice Zaolino-. E in più produce in Asia i sette, otto e dieci metri elettrici. Qui vengono solo assemblati per venderli in Italia e in Europa”. Questo significa, aggiunge il segretario provinciale della Fismic, non solo perdita dei posti di lavoro ma che si farebbe solo il montaggio per assemblare gli autobus.”
Chi ci guadagna è solo Civitillo e gli stessi cinesi”. L’ad di Seri mira”all’organico flessibile”. Una parte fissa, cioè, ed una variabile a seconda delle commesse future. È intenzione dell’azienda riorganizzare il proprio”assett” attraverso i licenziamenti.”Così è facile-infatti dicono gli operai-“.
Gli ultimi, per soppressione di mansione, hanno destato perplessità.”E lo ha fatto-sottolinea Altieri-senza parlare con il sindacato. Perché Civitillo non lo fa? Così li manda all’esasperazione. In valle Ufita non c’è quel confronto serrato come a Bologna”. Sulla via Emilia, infatti, accade che tra le parti è stato previsto che, quelle persone che non trovano più posto avranno la possibilità di accedere ad incentivi all’esodo per 30 mensilità.”Perché non è stata fatta per la fabbrica di valle Ufita nessuna proposta da parte dell’azienda?”. Le decisioni importanti, aggiunge Altieri,”si prendono con il sindacato. Non bypassandolo”. In merito allo stipendio dei lavoratori ci sono alcune clausole di sbarramento da superare. Intanto anche oggi ci saranno due ore di sciopero.”Inizia lo stato di agitazione che si porterà avanti nel tempo-annuncia Zaolino-. Perché è arrivato il momento in cui, tutti, dal governo alla Regione Campania, alle segreterie nazionali dei sindacali, che hanno già chiesto una nuova verifica al Mimit, si diano una mossa perché Civitillo non si sta dimostrando all’altezza per un eilancio dell’IIA”.”
Il governo-precisa Altieri-ha consegnato a Seri Industrial una azienda con i conti santi, si sono impegnati a non licenziare e, però, Civitillo a Bologna e in valle Ufita sta facendo il contrario. Questo è un atteggiamento che, il sindacato, rigetta, perché non è quello che utilizza un imprenditore che vuole stare sul territorio”.”Prevediamo tempi difficili-rincara la Fismic- ed è questo uno di quelli che devono farci sentire, come sindacato e lavoratori, degni di questo nome”. Insieme sono decisi a”non chinare la testa di fronte ad abusi e soprusi”. Sopratutto di fronte”ad un fatto eclatante”.
La storia, cioè, di un operaio cinquantenne che ha scoperto da poco di avere una malattia”seria e degenerativa”. Non potendo andare a lavoro, messosi in malattia, dopo i giorni consentiti dalla legge, è stato “brutalmente” licenziato. Anzi, come dice Giuseppe Zaolino,”buttato fuori, senza nemmeno aver immaginato che potesse diventare un problema sociale”.
L’operaio, a cui è subito pervenuta la solidarietà dei colleghi,”è stato licenziato per essersi ammalato e non sarà più il sostegno della propria famiglia”.”Civitillo non può pensare-conclude il segretario provinciale della Uilm-di mettere sul tavolo esigenze che dobbiamo comprendere e poi sparare su alcuni lavoratori mandandoli a casa. Questo non si fa e non è in linea con il nostro modello, e visione, di una fabbrica che invece dovrebbe essere responsabile ed affrontare i problemi”.