E’ dedicata alla “Poesia di Salvatore Di Giacomo nella Napoli letteraria fra Otto e Novecento” la lectio magistralis del professore Toni Iermano, docente di letteratura italiana all’Università di Cassino e del Lazio meridionale, in programma il 20 marzo, alle 18, al Circolo della stampa di Avellino, promosso dall’associazione Orizzonti. Introdurrà l’incontro Paolino Marotta, presidente associazione Orizzonti. Ad impreziosire l’incontro la lettura dei brani di Gennaro Saveriano e le musiche di Renato Spina.
A caratterizzare la poesia di Salvatore Di Giacomo una forte musicalità, da un linguaggio popolare e da una sensibilità lirica che lo rendono un poeta ancora oggi particolarmente amato. A lui si devono componimenti come Era de maggio, Nuttata ‘e Natale, Pianefforte ‘e notte e ‘A retirata in cui si sofferma su temi come l’amore, la nostalgia, la vita quotidiana e la cultura napoletana. L’esordio dell’autore risale al 1882, quando la casa editrice Ricordi lo mise sotto contratto e fece pubblicare Nannì e E ghiammoncenne me’. Alcuni suoi versi del 1885, non particolarmente amati dall’autore (tanto da non essere inseriti nelle raccolte da lui curate personalmente), sono stati musicati dal compositore abruzzese Francesco Paolo Tosti per quella che resta una delle più famose canzoni in dialetto napoletano, Marechiaro, e dal musicista tarantino-napoletano Mario Pasquale Costa di cui ricordiamo anche Era de maggio, in cui due giovani innamorati ricordano il loro primo incontro: a maggio, in un giardino profumato di rose.
