Processo Aste Ok, nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, si è celebrata una nuova udienza del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio. Il processo inizia con la sostituzione per impedimento del giudice a latere Gilda Zarrella. Sostituita per l’occasione dal giudice Lorenzo Corona.
Il primo testimone è stato un avvocato che presentò un’istanza per la sospensione del rilascio di un immobile aggiudicato all’asta. La sua testimonianza non ha fornito particolari elementi di rilievo. La seconda escussione del giorno, richiesta dall’Avvocato Carlo Taormina, difensore di fiducia di Gianluca Formisano, ha evidenziato una problematica legata ai rifiuti di un opificio di Solofra finito all’asta e successivamente acquistato da una persona conosciuta dall’avvocato. In sostanza, questi rifiuti non sono stati smaltiti correttamente dal precedente proprietario dell’immobile e, secondo il testimone, ciò ha causato gravi complicazioni per l’attuale proprietario. Infatti, la risoluzione di questo problema avrebbe comportato, probabilmente, una spesa di circa 30mila euro.
La terza testimonianza, richiesta dal Pubblico Ministero, è stata quella del Capitano della guardia diu finanza che ha effettuato le indagini integrative su Gianluca Formisano – difeso dall’avvocato Carlo Taormina – finito in carcere giovedì scorso dopo la decisione del tribunale di Avellino di aggravare la misura per l’imputato . Il capitano ha ripercorso in aula il contenuto dei messaggi whatsapp intercorsi tra lui e la testimone che insieme ald un suo familiare accusò i carabinieri del nucleo operativo di Avellino. Posizioni poi archiviate dal tribunale del capoluogo irpino. Inoltre dalla lunga deposizione in aula del finanziere è emerso che le accuse mosse contro i tre carabinieri sarebbero pilotate da Formisano.”Devi dire che questa cosa non l’hai mai detta! Devi dire che questa cosa l’hai detta perché i carabinieri ti hanno indotta a dirla”. In particolare la donna in un messaggio inviato a Formisano (sottoposto al regime degli arresti domiciliari) scrive “stasera vogliamo sentirci a telefono per affrontare i diversi punti? Così facciamo un ripasso. E Formisano replica: “quando vuoi”.
La prossima udienza, adesso, è attesa per il 6 dicembre 2023.