«Un racconto surreale»: è il commento dell’ex sindaco, Giuseppe Spagnuolo, capogruppo di Atripalda Futura. E’ la risposta che arriva il giorno dopo la presentazione da parte dell’amministrazione comunale con il sindaco Paolo Spagnuolo del nuovo Puc adottato a fine novembre in Giunta. Del Piano urbanistico comunale, hanno documentato i relatori di questa contropresentazione, ce n’è di che parlare e di che riflettere. Già il segretario cittadino del Pd, Gerardo Malavena, ha sottolineato le criticità, ha evidenziato “le inesattezze, le criticità, le anomalie, il sovradimensionamento”: tutti aspetti che sono stati poi spiegati nei successivi interventi. A cominciare dalla consigliera comunale Nancy Palladino, quando ha etichettato il Piano “accozzaglia di cose e senza logica”, reclamando la fase partecipativa che dal 2014 ad oggi non c’è stata, in un lasso di tempo così lungo e di tanti cambiamenti. «Solo fumo, propaganda – ha detto Palladino – per un Puc che non prospetta dal punto di vista sociale, del welfare, dei servizi, che anzi decrementano assieme alla popolazione». Con un pensiero alla morte di Gianfranco Luciano, morto alla fine della sua complessa esistenza.
Bisogna trovarlo, l’afflato sociale, in questo Puc, in questa comunità. Che intanto, sentendo le parole del capogruppo Geppino Spagnuolo, può essere trovato anche in un documento di osservazioni quanto più unitario possibile, come lui stesso si augura. E in effetti il segnale è lanciato alla città: ci sono il gruppo di opposizione Atripalda Futura, il Pd, Sinistra italiana, le forze di centrosinistra, Abc Bene Comune. Sapendo, come pure è stato ricordato, che la maggioranza consiliare è ufficialmente posizionata tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Le distanze ci sono tutte, anche politicamente parlando.
Tornando alla discussione nel merito, l’ex sindaco Geppino Spagnuolo ha documentato, carte alla mano, cosa non sarebbe stato detto nella presentazione di sabato mattina: «Una volumetria virtuale di 120mila metri cubi di nuova edilizia, attraverso lo strumento della perequazione sulle proprietà all’interno del Parco archeologico: parliamo di nuove zone di edilizia che sono più ampie di tutto il territorio atripaldese già costituito, un piano che prevede di urbanizzare 112 ettari di terreno. Non è questo consumo di suolo? L’area – continua Spagnuolo – è quella lungo la variante, zona Giacchi fino a Novesoldi, contrada San Vincenzo. Oggi è zona agricola, secondo le previsioni, di espansione, che prevede volumetria virtuale da un parco, ma che non esiste, perché vincolato. Una cosa abnorme per Atripalda. Non ci sono esigenze di espansione per questa città, a cui si vuole far pagare un costo troppo alto- continua il capogruppo di Atripalda Futura – per un consumo di suolo pari ai precedenti nel corso di 200 anni. Questo è un sovradimensionamento che passa attraverso nuove costruzioni».
Tornando al parco archeologico, Geppino Spagnuolo ricorda gli interventi passati per l’amministrazione Rega e la sua, l’ampliamento che si sta facendo sugli scavi da parte dell’Unisa. Ma resta fermo sull’idea: sì alla visione di parco archeologico al centro del futuro della città (“anche se non è la sola ricchezza”), no alle modalità di perequazione come intese da questo Puc. Ma ce n’è ancora su scuola Mazzetti, scuola San Pasquale, parcheggi, mercatino rionale, e sulla difficile e “ambigua” lettura delle carte relativamente alla destinazione di alcune di queste strutture.
Fa un discorso politico ma anche tecnico Luigi Adamo, di Sinistra italiana, che sottolinea le prese di distanza avvenute, oltre dalle forze di centro sinistra, anche da Forza italia e Fratelli d’Italia, davanti a questo Puc: «Un discredito totale, rispetto al quale l’Amministrazione avrebbe dovuto prendere atto». Fra le criticità indicate da Adamo, la mancata tutela del territorio, la contraddizione tra la «previsione dell’area di enorme espansione, maggiore dell’attuale città edificata». A fronte di un’altra contraddizione: la previsione di decremento di popolazione, «dai 10.367 abitanti del 2022 ai 9620 del 2023, dati della relazione del Piano urbanistico. In più, che fare di 1042 alloggi oggi non occupati? Nell’area della Civita si levano forti malumori perché non è chiara la prospettiva della perequazione, e questa cosa turba molto i proprietari dell’area, che si stanno preparando». Collina San Gregorio, Alvanite, Piazza, Piazza Sparavigna, altri argomenti affrontati nei dettagli, con dati e riferimenti.
Chiaro l’invito del consigliere comunale di Abc Atripalda Bene Comune, Roberto Renzulli di procedere ad un documento tra le forze poltiiche che condividono la stessa lettura del piano urbanistico. Per Renzulli quello della presentazione del Piano è stato un momento di «propaganda della maggioranza»: ha evidenzato le «inesattezze, le contraddizioni, le sproporzioni». Intanto, riprendendo anche la lettura di Adamo, la classificazione di aree verdi attrezzate non rispondenti alla realtà, la necessità di riconsiderare i troppi alloggi vuoti, il bisogno di viabilità, e di servizi, le aree parcheggio. No anche da Abc alla vendita del mercatino rionale, ma attenzione alla “svendita” che si sta facendo della città. Sì invece alla riqualificazione della città dove è possibile, sì al recupero degli alloggi vuoti, no all’edilizia su un’area vastissima a ridosso della città. Tra ironia e ricostruzione dei fatti, Renzulli ha ripercorso la difficoltà-impossibilità a reperire una documentazione indispensabile alla lettura e comprensione completa degli atti del Piano urbanistico, ha incalzato sulla necessità di invertire la rotta, non costruendo nuovi alloggi, ma recuperando quelli vuoti. «Loro fanno controinformazione – ha concluso Renzulli – servono verità, non propaganda, e un documento comune da presentare alla città». Su questa strada si andrà avanti, come da opinione comune emersa stamattina. Poi l’ultimo approfondimento fornito dall’architetto Nello Conte, chiamato dall’associazione Abc, e che ha smontato pezzo dopo pezzo i contenuti del Piano facendo una proposta di perequazione senza ulteriori consumi di suolo. Una relazione che arriva dopo aver fatto un lungo lavoro di confronto fra le diverse associazioni del territorio.