Un omaggio al poeta Alfredo Bonazzi a dieci anni dalla scomparsa. E’ l’appuntamento in programma il 18 dicembre, alle 17, alla Biblioteca Cassese di Atripalda, a cura di Raffaele La Sala e Paolo Speranza. Una figura singolare, quella di Bonazzi, poeta solo dopo aver sperimentato la sofferenza del carcere. Gravemente ferito durante i bombardamenti anglo-americani su Avellino del settembre 1943, fu testimone della violenza alla sorella diciassettenne da parte di un gruppo di soldati di stanza ad Atripalda nel ’44. Da allora covò un rancore profondo verso le truppe di occupazione americane che si tradusse in azioni di sabotaggio e in veri e propri attentati. Fu questo a portarlo nel 1945 nel riformatorio di Napoli e successivamente ad una ‘carriera’ criminale. Una storia raccontata nel capitolo Il ragazzo di Atripalda, del volume di Alfredo Bonazzi, L’ergastolo azzurro, a cura di Teodoro Giùttari, Città Nuova, 1971, cap. quarto, pp. 97-107. Condannato all’ergastolo per l’omicidio di un tabaccaio commesso nel 1960 in viale Zara a Milano, proprio in carcere, Bonazzi scoprirà l’amore per la cultura e la poesia, che lo porterà a vincere prestigiosi premi nazionali ed internazionali. La poesia diventa per lui ricerca spirituale e introspezione.
Nel 1973 il Presidente della Repubblica Giovanni Leone gli concederà la grazia, dopo aver passato ventotto anni della sua vita tra carcere, riformatorio e manicomio criminale. Nel 1975 pubblicherà Squalificati a vita, un’inchiesta dove denuncia la tragedia di chi si trova rinchiuso nei manicomi criminali. Bonazzi si è a lungo impegnato come volontario per aiutare i carcerati.



