Abolire la legge sull’autonomia o comunque cambiarla. Questa mattina il governatore Vincenzo De Luca ha presentato una proposta di modifica della legge Calderoli. “Il riparto del fondo sanitario deve assegnare uguali risorse per ogni cittadino italiano, dal Piemonte alla Sicilia“. E’ il primo dei sei punti della proposta approvata questa mattina dalla giunta del Governatore Vincenzo De Luca che punta alla modifica alla legge Calderoli sull’autonomia.
Al secondo punto c’è la richiesta di garanzia su tutto il territorio nazionale della stessa dotazione di personale sanitario ogni mille abitanti.
Il terzo punto verte sul divieto di stipulare contratti regionali per il personale della sanità pubblica e della scuola pubblica.
Inoltre, come annunciato dallo stesso De Luca, c’è l’attribuzione di nuove funzioni ”solo dopo che il livelli essenziali di prestazioni (Lep) siano stati non solo determinati, ma anche finanziati.
Al quinto punto della proposta di legge, l’individuazione dei Lep non possono essere utilizzati criteri che differenzino i territori sulla base di parametri legati al costo della vita o alle specifiche condizioni economiche e sociali.
L’ultimo punto prevede che per la modernizzazione dell’Italia si applichi la ‘‘Burocrazia Zero”, ovvero che ”si avvii da subito la semplificazione dei procedimenti e l’efficacia dell’azione amministrativa attraverso il decentramento delle competenze al livello regionale nelle seguenti materie: piani paesaggistici, trasformazione urbana ed edilizia, portualità, insediamenti produttivi e ZES (Zone Economiche Speciali).
”La Regione Campania è stata in testa al movimento contro la legge Calderoli, avevamo incontrato il ministro due anni fa in un clima di collaborazione, avevamo sottolineato dubbi e avanzato due richieste: che vi sia l’attribuzione di nuove funzioni solo dopo che i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) non solo siano approvati, ma anche finanziati”. Così il presidente della Regione, durante la conferenza stampa “Abbiamo fatto circa 20 iniziative nel nord del Paese per spiegare la nostra posizione”, ha aggiunto. “Tali proposte emendative consentirebbero di scongiurare gli effetti divisivi del referendum sul tema dell’unità della Nazione. Diamo l’ultima possibilità al mondo politico di collocare la discussione su autonomia su un piano di ragionevolezza, dialogo, non lacerazione del paese. Resta però il ricorso alla Corte Costituzionale, sosteniamo la raccolta firme per il referendum, abbiamo sempre chiarito di volerci muovere con spirito unitario, non siamo interessati a battaglie ideologiche, siamo impegnati su doppio fronte, ossia la battaglia contro l’autonomia differenziata e quella per la modernizzazione dell’Italia”.