Autonomia differenziata, è già il dibattito a dividere l’Italia, e ad allungare le distanze tra Nord e Sud. Lo Spi e la Cgil Avellino hanno espresso chiaramente la loro contrarietà al Ddl discusso e licenziato dal CdM, e all’ipotesi di superare la centralità del Parlamento in favore di un sistema di natura presidenziale, semipresidenziale o di premierato.
«Dare attuazione all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nelle condizioni date, con le modalità proposte e con risorse invariate, costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti sociali, destinato ad accentuare le disuguaglianze già presenti e i divari territoriali e sociali esistenti».
E’ quanto si legge nel documento presentato al prefetto di Avellino dai segretari Franco Fiordellisi e Dario Meninno, che continuano:«Così come riconoscere una competenza regionale esclusiva su materie di rilevanza strategica, e non suscettibili di frazionamento territoriale, rappresenterebbe la rinuncia ad un governo nazionale e unitario delle politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese.
La crisi sociale e democratica che stiamo vivendo può, e deve, essere affrontata attuando pienamente la nostra Costituzione, anche nella parte , da noi mai digerita della riforma del titolo V, ma non accettiamo lo stravolgimento dei suoi principi e ordinamento, né abbandonando lo spirito con cui i Padri costituenti hanno fondato la Repubblica antifascista nata dalla Resistenza e fondata sul lavoro.
Per questo, così come votato al Congresso CGIL Avellino, siamo impegnati in un percorso di iniziativa, di confronto e di coinvolgimento, a partire dalle leghe pensionati territoriali, verso sindaci ed associazioni con l’obiettivo di rilanciare e allargare un’azione politica, culturale e sociale in difesa della Costituzione e della democrazia parlamentare, da portare avanti insieme alla lotta per l’unitarietà e l’effettività dei diritti sociali, nella convinzione che siano due dimensioni intrecciate e inscindibili della stessa battaglia democratica per affermare un’altra idea di Paese e di modello economico e sociale, fondati sul primario compito della Repubblica di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Un obbiettivo realizzabile attraverso la garanzia dei diritti fondamentali a partire da quelli alla salute, all’istruzione, al lavoro e un assetto istituzionale che valorizzi la rappresentanza». Per queste stesse ragioni, come Spi Cgil di Avellino, gli esponenti sindacali sono stati in presidio, marted’ scorso, presso la Prefettura di Avellino con i pensionati dello SPI e a supporto anche della vertenza dei lavoratori di Industria Italiana Autobus di Flumeri.