La Campania è la prima regione a dire no all’autonomia e proporre il referendum abrogativo. Due le proposte di delibera approvate dal consiglio regionale della Campania: una per chiedere l’abrogazione totale della legge numero 86 del 26 giugno 2024 “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.
E poi la seconda proposta per un quesito per l’abrogazione di alcune parti della legge. Sono due i consiglieri delegati si occuperanno del referendum: Gennaro Oliviero e Giuseppe Sommese che dovranno depositare la richiesta di referendum.
La maggioranza del governatore Vincenzo De Luca si è schierata unita a favore del referendum. A votare contro i consiglieri di centrodestra: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.
De Luca nel suo intervento ha invitato a “ritrovare canali di un dialogo responsabile e il senso dell’unità del nostro Paese. Nessuno di noi ha voglia di fare crociate referendarie”. La riforma per De Luca deve puntare sulla “burocrazia zero. Su questa linea – ha detto il governatore – possiamo introdurre anche delle modifiche legislative. Sediamoci, vediamo di ricostruire un filo di ragionamento, vediamo di ritrovare lo spirito risorgimentale”.
Ma il governatore ha anche riconosciuto gli errori fatti dal centrosinistra: la riforma del Titolo V e nella mancata definizione dei Lep.
De Luca ha accolto con favore le dichiarazioni del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che ha auspicato “che Forza Italia non voti in Consiglio dei ministri e in Parlamento alcuna intesa con singole Regioni se prima non saranno interamente finanziati i Lep, e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud”.
E infatti vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ha promesso che ci sarà “un Osservatorio sull’applicazione dell’autonomia differenziata con il compito di vigilare sugli effetti pratici dell’attuazione della legge, che deve valorizzare tutte le regioni, con particolare attenzione a non penalizzare il Sud”.
Domani tocca al Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, mentre la conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna deciderà la data della seduta; sarà poi la volta di Toscana e Puglia.