Dopo la protesta di domenica scorsa, gli agricoltori della provincia di Avellino tornano a protestare davanti la sede di avellino della Regione Campania, dove va in scena “un vero e proprio funerale dell’Agricoltura”.
“E venuta a mancare l’ amata agricoltura. Ne danno l’annuncio tutti gli agricoltori. Le esequie si celebreranno il 7 febbraio presso palazzo della Regione”. Questo uno dei manifesti affissi sui trattori che tra clacson, fumegeni e coriandoli, che si sono radunati dell’incontro presso Collina liquorini, sede irpina della Regione.
La protesta dei trattori non ha fatto mai registrare uno stop e diventa sempre più forte. Nel corso della protesta di stamattina, ci sono state piccole contestazioni ad esponenti politici: i clacson e le sirene suonati all’impazzata hanno fatto allontanare il consigliere regionale Petracca dalla zona, mentre rispondeva alle domande dei giornalisti.
“Fin dal primo momento sono stato vicino alle istanze degli agricoltori, che sono legate sia ai provvedimenti europei, di cui una parte sono in via di revoca, sia a vicende del Governo centrale. Sembrerebbe che anche quest’ultimo voglia fare un passo indietro – ha dichiarato il consigliere regionale Maurizio Petracca – per quanto riguarda la Regione Campania, va sottolineato che è l’unica del Mezzogiorno a stanziare contributi a fondo perduto per le misure a superficie. Nel nuovo PSR ha introdotto la misura 22 che è legata alla ricerca e ai problemi che sta ponendo oggi l’Europa. Continueremo a fare la nostra parte”.
È proprio lì, infatti, che una delegazione di manifestanti ha incontrato Maria Passari, la dirigente regionale alle Politiche agricole, alimentari e forestali, giunta da da Napoli. Un tavolo di confronto, sulle rimostranze alla base della mobilitazione del comparto agricolo. Già dalle prime ore del mattino, però, i mezzi agricoli, divenuti il simbolo della contestazione, si sono riuniti in corteo, fino a radunarsi sotto agli uffici regionali, dove attenderanno l’esito dell’incontro E sono tante le speranze degli agricoltori di ottenere risposte dal vertice, tuttora in corso, al Palazzo della Regione ad Avellino tra i rappresentanti degli agricoltori e Maria Passari, dirigente regionale per le Politiche agricole
La delegazione che ha incontro la dirigente è formata da quattro agricoltori. E cioè due referenti scelti dal presidio avellinese e altrettanti da quello ufitano, a rappresentanza della doppia anima della protesta, che resta coesa e unitaria. A loro è spettato il compito di esporre alla Passari tutte le criticità lamentate dall’intero comparto e che sono state messe nero su bianco su un dossier che le è stato consegnato.
Obiettivi chiari e comuni: «No all’importazione di prodotti sintetici, alla coltivazione di carne fibrosa, alla tassazione dei terreni agricoli, alle direttive distruttive dell’Ue, all’aumento dei costi di produzione, alla concorrenza sleale dei nostri prodotti».
Le istituzioni non sono state di supporto. Noi non abbiamo nessuna bandiera politica e, soprattutto, non siamo sostenuti dai nostri sindacati” ha affermato a gran voce Vittorio Stanco, amministratore del sit-in di Flumeri, il quale ha voluto rispondere ad alcune dichiarazioni fatte da Veronica Barbati, presidente della Coldiretti Avellino: “In un incontro ci ha deriso dicendo che manifestiamo senza sapere il perché. È vero che siamo agricoltori e non politici o sindacalisti ma si ricordi che siamo coloro che danno da mangiare a tutti! La dottoressa Barbati fa parte della Coldiretti ma non sa cosa significi coltivare e produrre!”.
“La Regione non ha fatto sentire la sua vicinanza – ha continuato – siamo arrivati al collasso, manifestiamo anche per i consumatori e perché abbiamo bisogno di tutele a livello di mercati. Non possiamo pagare prezzi di produzione così alti e avere un mercato dove la concorrenza è sleale: il legislatore non garantisce né a noi né ai consumatori la provenienza dei prodotti. L’Europa ci prende in giro nel momento in cui ci viene limitato l’uso di pesticidi e fitosanitari ma allo stesso tempo si permette l’arrivo di merci provenienti da fuori Europa, contenenti queste sostanze. Se sul barattolo di glifosato viene apposto un simbolo che indica la pericolosità di un prodotto, allora è giusto metterlo anche sulla pasta. I camion che arrivano dall’altro capo del mondo attraverso le navi devono essere scortati perché lo Stato deve garantirci la provenienza. Dobbiamo sapere cosa mangiamo”.
“Non siamo tutelati a livello commerciale e sui prezzi, non ci sono controlli. Il prezzo che paghiamo al supermercato viene deciso dalla grande distribuzione, coloro che hanno i numeri per poter fare la loro politica. Perché a noi agricoltori il prodotto viene pagato ad un costo minimo che non ci permette di coprire neppure i costi di produzione mentre poi al supermercato il prezzo è otto volte più alto? Se non dovessimo ottenere risposte oggi, la protesta rischia di inasprirsi. Non abbiamo più utili per riseminare l’anno prossimo, molte persone sono in difficoltà” ha concluso.
“Siamo un movimento di agricoltori uniti, scesi in piazza per manifestare senza l’intervento dei sindacati o della politica. Vogliamo che venga modificata la Pac così come altre direttive – ha affermato Renzo Abbondandolo, organizzatore del presidio di Flumeri – la Regione Campania ha il potere di intervenire su determinate questioni, già presentate, come le accise dei carburanti e la misura 22 riguardante le calamità. Abbiamo bisogno di essere ascoltati urgentemente. Ben venga se il Governatore De Luca decidesse di ascoltare le nostre ragioni, siamo fiduciosi. Nel frattempo, continueremo a portare avanti con convinzione la nostra battaglia”.