“Con questo libro è come se si chiudesse un cerchio, non è solo la mia storia ma quella di uomini e donne di tutte le età, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno visto nella rock band degli U2 un modo diverso di essere artisti. E’ stato un miracolo, ciascuno si è riconosciuto nella testimonianza dell’altro, ciascuno ha compreso come la musica può diventare motore di cambiamento”. Racconta così Stefano Belfiore, 47 anni, giornalista e social manager avellinese, il suo progetto, un volume che raccoglie 40 storie di fan della band irlandese “A prendere forma un viaggio narrativo ed emozionale. L’idea da cui sono partito era quella di raccontare la capacità degli U2 di trasformare la mia vita e quella di tanti altri uomini e donne, incoraggiandoci ad andare avanti, a realizzare i nostri sogni, trasmettendoci un differente sguardo sul mondo, insegnandoci a mettere sempre passione in ciò che facciamo. Sono tantissime le storie raccolte, ora toccanti, come quelle di chi, nelle aree di guerra, ha trovato nella loro musica una fonte di consolazione, un motivo per resistere alla sofferenza e alla violenza, o ancora è riuscito a vincere, grazie alle loro canzoni, la propria battaglia contro i disturbi alimentari. Ma sono anche testimonianze leggere e divertenti come quella di un giovane che ha superato un esame d’inglese all’Università, grazie alla conoscenza dei testi degli U2. La sorpresa più bella è stata quella di trovarmi di fronte racconti che vedevano protagonisti non solo gli ex ragazzi e ragazze della mia generazione ma anche giovani di oggi, che hanno scoperto gli U2 grazie ai loro genitori. Sono storie che arrivano dagli Usa, dal Brasile, dall’Europa, da tutto il mondo poiche la loro musica abbatte davvero le barriere”. Confessa di aver esitato a lungo prima di cominciare il progetto “Ma poi ho capito che avevo bisogno di dare voce a questa mia passione, andando al di là della semplice narrazione della storia della band. A darmi coraggio anche la scelta di Bono di raccontarsi in modo molto intimo ai fan in una sua autobiografia. Ho avuto l’impressione che fosse arrivato il momento di fare la stessa cosa”. Ho potuto contare anche sul sostegno di due piattaforme legate all’universo degli U2: U2place e U2 songs, un supporto che mi ha messo in contatto con centinaia di fan.
Stefano non dimentica il momento esatto in cui è cominciato tutto: “E’ stato un colpo di fulmine, avevo 15 anni quando un mio amico che abitava a Contrada Baccanico mi fece ascoltare un live degli U2 dall’album ‘Achtung Baby’. Fu una rivelazione. Mi ricordai che mio fratello aveva acquistato il disco e mi aveva già incuriosito non poco al primo ascolto. Ma solo allora sentii che quella musica mi entrava dentro, ebbi la percezione immediata che quel gruppo avrebbe stravolto la mia vita. Non smettevo di ascoltare le loro canzoni. E così è stato, mi hanno guidato come un padre e una madre, mi hanno sostenuto nei momenti difficili come fanno i fratelli, mi hanno aiutato a distogliere lo sguardo da me stesso per abbracciare gli altri e capire che bisogna sempre guardare al di là del proprio ombelico. Ho cominciato a collezionare i loro album e ho avuto presto l’impressione di conoscerli da sempre. In breve sono diventati famiglia, parte del mio mondo. Poi a Zurigo, nel 2010, ho incontrato Bono per la prima volta, davanti all’hotel dove alloggiava, “You have changed my life” gli ho detto emozionato, mi ha sorriso e mi ha chiesto di abbracciarlo, la seconda volta eravamo all’areoporto di Napoli il 10 maggio del 2023, in occasione del concerto al San Carlo nel giorno del suo compleanno: gli ho regalato un vinile di Caruso perchè so che è un amante della musica lirica e ricordo la sua gioia di fronte al mio regalo. È una persona straordinaria, che dedica tempo e attenzione ai suoi fan, si ferma a parlare con loro, ascolta le loro storie. Nel giugno di quest’anno l’ho rivisto a Vico Equense, mi ha disegnato sul braccio un anello tradizionale irlandese, un claddagh, mi ha spiegato che è un simbolo di amicizia, amore e lealtà”.
Non ha dubbi Stefano “Credo che la forza della band sia sempre stata nella capacità di lasciare una traccia profonda nella storia del rock, scrivere canzoni di forte impatto ma fare anche della musica strumento di impegno sociale, sostenendo la causa di Amnesty International, schierandosi nella questione irlandese, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo, interpretando il loro ruolo di artisti con un forte senso di responsabilità. Seguendo gli U2, ho scoperto tanti artisti che hanno influenzato il loro universo e conoscevo poco, da Patty Smith a Ramones e David Bowie, un mondo mi si è spalancato davanti. Ho voluto visitare Dublino e me ne sono innamorato, mi ha colpito l’ospitalità degli irlandesi, ma anche la capacità di una piccola capitale di essere cuore pulsante della vita culturale e musicale. Ci sono stato 11 volte, insieme a mia figlia Sara abbiamo partecipato anche a un tour sui luoghi degli U2, dagli studi di registrazione ai primi negozi che vendevano i loro dischi fino agli spazi raccontati nelle canzoni. Sono orgoglioso, infatti, di aver trasmesso anche a lei questa passione, siamo stati insieme a lei e mia moglie Antonietta a Las Vegas al concerto per il loro trentennale ed era emozionatissima”.
Sottolinea come “L’idea a cui sto lavorando è quella di una pubblicazione cartacea e digitale ma mi piacerebbe cominciare a raccontare alcune delle storie su due pagine social legate al progetto, su Instagram e su Facebook”
“Non ho una canzone preferita, ma ci sono canzoni che riescono a raccontare meglio di altre alcune stagioni della mia vita. Al momento – spiega Belfiore – quella in cui mi riconosco di più è ‘Staring at the sun”, mi sembra racconti bene il progetto, che è il mio modo di cercare il sole”. Spiega come “La band ha saputo sempre rinnovarsi, mettersi in discussione, per questo è ancora sulla cresta dell’onda. Festeggia il 25 settembre i 49 anni di carriera, non hanno mai smesso di fare musica anche se inevitabilmente il processo artistico è, oggi, più lento e complesso”



