“Campo largo e ‘tenda’ dei moderati sono termini non contrapposti, piuttosto complementari. Il campo, infatti, sarà largo solo se comprenderà anche la ‘tenda’ dei liberali, dei repubblicani, dei democratici di centro, delle reti di impegno civico.
Nel pensiero e nella vocazione politica, il Pd deve rimanere maggioritario. Vale a dire, un partito che ambisce a promuovere un’idea unitaria e generale del Paese, rifuggendo settarismi ed egoismi di parte”.
Così intervistato dal Corriere della Sera, Goffredo Bettini, esponente del Pd.
Che parla anche del M5s: “Tutte le trasformazioni che Conte ha realizzato nel suo movimento hanno uno sbocco naturale: partecipare con la propria identità allo schieramento progressista.
Ha bisogno del suo spazio, di marcare il suo profilo, ma non credo per gelosia o insofferenza verso il Pd. Piuttosto per portare in campo nella lotta la maggior parte del suo popolo; che tanto più si apre a una prospettiva di governo, tanto più intende riaffermare alcuni principi basici che lo hanno generato”.
La posizione di Carlo Calenda, leader di Azione non si fa attendere “Buttiamoci tutti insieme e poi governiamo è una cosa che non funziona, mi sono rotto le scatole dei proclami moraleggianti di un’accozzaglia che non ha una cosa su cui si trova”.
“Noi – aggiunge – faremo quello che stiamo facendo, cioè un’area liberale di centro che difenda la democrazia liberale non solo sugli argomenti su cui fa comodo” ha aggiunto Calenda.
“Il posizionamento internazionale dell’Italia mi vede distante da Schlein, Fratoianni e Bonelli e Conte e questo è un fatto dirimente”, “il tema della sicurezza è dirimente, sono temi che per il campo largo sono marginali ma per me sono centrali”, ha concluso Calenda