“Il commissario prefettizio ha lanciato un appello ai cittadini per destinare il 5 per mille al Comune annunciando un periodo di severa austerity per l’ente. Una ipotesi assolutamente da escludere”. Così Vittorio Boccieri, ex candidato sindaco di Progetto Avellino Futura e avvocato tributarista.
“Innanzitutto i fondi provenienti dal 5 per mille vedrebbero le casse dell’ente non prima di diciotto mesi e poi il comune dovrebbe avere un’articolazione a ciò deputata, istituita almeno da 24 mesi (cosa oggi impossibile sotto il profilo normativo non esistendo deroghe per gli enti pubblici).
Inoltre – continua Boccieri – l’economia (anche quella pubblica) è sorretta da una scienza empirica basata prevalentemente sulle “esperienze” e le precedenti esperienze di austerity, non hanno mai e dico mai, portato ad una vera soluzione: la storia ce lo insegna. Quando le casse languono bisogna investire e gli investimenti, si, questi devono essere mirati e portati avanti con accuratezza.
Leggevo stamane che qualcuno suggeriva di far permanere un commissario prefettizio a divinis, fin quando i conti del comune non fossero riequilibrati. Una vera follia! Una affermazione che sancisce l’incapacità della politica locale di gestire democraticamente la cosa pubblica.
Un anno fa, quando mi affacciai sulla politica avellinese con la candidatura a Sindaco per PAF PROGETTO AVELLINO FUTURA, creatura politica, anche un po’ provocatoria, nata per mano del caro dott. Luigi Urciuoli, affrontai il problema del bilancio, denunciando in tutti i miei interventi che Avellino avesse un debito enorme e che già da allora i cittadini di Avellino pagassero il massimo dei servizi e delle imposte locali (basta vedere qualche mio post sul mio profilo Instagram, TikTok e Facebook “IL SALVA CONTRIBUENTE”).
Da allora nulla è cambiato, anzi. Non mi risulta che sia stato dato impulso al recupero di somme derivanti dalle imposte locali non riscosse (parlo di circa 50 milioni di euro per il quadriennio 2018-2022). La precedente amministrazione si è resa protagonista di sperpero di denaro ad esempio nominando assessori esterni (7 su 9) licenziati poi dopo qualche mese e a cui è stato corrisposto, immagino, un compenso. Perché si è resa necessaria una scelta del genere? Ce lo siamo chiesti?
Per dare discontinuità ad un’amministrazione entrata in un vortice giudiziario ma figlia di quella amministrazione? Perché scegliere una strada cosi onerosa sapendo di essere sull’orlo del baratro da un punto di vista finanziario? Ma soprattutto le opposizioni, tutte, dov’erano in quest’anno di consiliatura? Perché non hanno approfondito l’esame del bilancio fin dall’inizio creando una commissione “ad hoc” per valutarne le criticità.
Il bilancio consuntivo è stato votato anche l’anno scorso! Quel bilancio è affetto da vizi? Chi aveva il compito di rilevarlo? Il 17 luglio il bilancio consuntivo non è stato bocciato dalla minoranza e da parte della maggioranza per vizi propri del bilancio, ma per mandare a casa l’amministrazione comunale e con essa la Sindaca.
Ma in ciò si sono fatti il conto senza l’oste. Perché i nodi, almeno una parte, sono venuti al pettine. La mia preoccupazione è che ora, senza nessuna azione di responsabilità prima esperibile proprio dalle opposizioni, quelli che hanno condotto in questo stato il comune di Avellino possano riproporsi all’elettorato, ottenendo anche il seggio perché come ci hanno insegnato le precedenti elezioni, uno vale uno a nulla valendo le competenze che invece oggi servono per ripianare i conti del comune di Avellino che, stanti così le cose, sono ai piedi di Pilato. Chest’é”.