Maxi giro di usura nei confronti di due imprenditori di Montoro : tornano, dopo un brevissimo periodo ai domiciliari concessi al termine dell’udienza di convalida, in carcere T. S difeso dall’avvocato Raffaele Tecce e R.V, difeso dall’avvocato Massimiliano Russo. A stabilirlo una nuova ordinanza di misura cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Salerno, Annamaria Ferraiolo , emessa nei confronti di quindici indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata all’usura ed estorsione. ll blitz, eseguito all’alba del 22 ottobre, tra le province di Salerno, Avellino, Napoli e Potenza, ha impegnato 120 operatori delle forze dell’ordine, tra cui quattro piloti di droni della DIA. Diciotto persone indagate, quindici delle quali destinatarie un decreto di fermo per usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sette gli irpini coinvolti, già noti alle forze dell’ordine, tra cui un esponente del Clan Partenio condannato a condannato in primo e secondo grado a 19 anni di reclusione e poi scarcerato per un vizio di forma.
Secondo gli inquirenti, i due imprenditori sarebbero finiti nella morsa di tre diversi sodalizi criminali, legati al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, al Nuovo Clan Partenio dell’Irpinia e a un gruppo salernitano con ramificazioni nella Valle dell’Irno. Il primo filone d’indagine ruota attorno a una serie di prestiti per circa 95mila euro, concessi tra novembre 2023 e aprile 2024, con tassi d’interesse mensili fino al 12%. Gli imprenditori, schiacciati dal debito, avrebbero pagato interessi per oltre 30mila euro, fino a subire minacce e percosse.
Il credito, diventato terreno di contesa, avrebbe innescato una guerra sotterranea tra gruppi criminali di zone diverse. A partire dall’estate 2024, i clan stabiesi legati ai D’Alessandro – avrebbero organizzato una spedizione intimidatoria a Fisciano, con volti travisati e a bordo di motociclette, per poi imporre alle vittime di pagare loro la somma di 10.000 euro come prima tranche di un debito residuo.
Dalle indagini poi è emersa una vera e propria successione nella gestione del debito usurario, alla fine nelle mani di soggetti con legami al Nuovo Clan Partenio, che avrebbero rivendicato la “competenza criminale” sull’operazione in quanto gli imprenditori operavano sul territorio irpino. I presunti affiliati avrebbero costretto i due imprenditori a pagare il debito residuo di 60.000 euro (in rate mensili di 2.000 euro) direttamente al clan avellinese, estromettendo definitivamente gli stabiesi. Uno dei debitori convocato in un bar della frazione Caliano di Montoro, dove gli era stata imposta una rata di duemila euro al mese come interesse sulla restante somma di sessantamila euro dal referente del Nuovo Clan Partenio, rispetto alle perplessità di dover pagare sia gli avellinesi che agli stabiesi, gli era stato riferito che era stato trovato un accordo fra i due gruppi. E da qui le richiese estorsive a pagare accompagnate da minacce e pressioni costanti per impedire alle due vittime di sottrarsi al pagamento e per monitorare l’eventuale attività investigativa.Ad attenderli c’è D.B– difeso dall’avvocato Raffaele Bizzarro – considerato un esponente del sodalizio criminale irpino, tutt’ora irreperibile.Gli imprenditori dall’ottobre 2024 iniziano a versare la somma pattuita all’addetto alla riscossione delle rate imposte fino ad agosto 2025 dal Nuovo Clan Partenio. Gli incontri vengono ricordati tramite messaggio whatsapp: “si devono mandare i soldi agli amici di Avellino” e ancora “si devono mandare i 2mila ai ragazzi di Avellino”.
Un quadro quello ricostruito dalla Dia di Salerno che laddove confermata dai prossimi passaggi giudiziari, dimostrerebbe l’operatività del “Nuovo clan Partenio” anche dopo le pesanti condanne inferte ai vertici. Le richieste erano accompagnate da minacce e pressioni costanti per impedire alle vittime di sottrarsi al pagamento e per monitorare l’eventuale attività investigativa. A fronte delle pressioni, le vittime avrebbero contratto ulteriori prestiti usurari per far fronte alle richieste estorsive.



