«Penso che il Consiglio d’Ambito abbia considerato la difficoltà del momento, e finalmente abbia deliberato ribadendo la gestione interamente pubblica del ciclo integrato dei rifiuti».
Rino Buonopane, presidente della Provincia, ha accolto con favore la notizia ufficializzata dal Consiglio dell’Ato rifiuti avellinese, che sabato scorso ha deliberato lo scioglimento anticipato e la messa in liquidazione della società Irpinia Rifiuti Zero s.p.a. (mai partita). Una battaglia, quella della gestione dei rifiuti in Irpinia più in generale, su cui Buonopane si sta spendendo da mesi.
Il Consiglio d’Ambito ha deliberato “di scegliere la gestione pubblica per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani con l’affidamento a società in house interamente partecipata dai Comuni dell’Ato Avellino, in attuazione dalla Legge Regionale 19 del 7 agosto 2023”.
Queste le decisioni, che riportano la discussione e le scelte da compiersi in tutt’altra direzione.
«Le alternative sono due – spiega Buonopane-: o si va ad una nuova società costituita dai comuni, oppure ad un nuovo soggetto in house attraverso l’acquisizione delle quote di Irpiniambiente. E questa mi sembra la soluzione più opportuna. La domanda è: perché dar vita ad una nuova società? Servono soldi per la start up, e invece Irpiniambiente è pronta, a cominciare da tutta l’attrezzatura. Si andrebbe così in continuità sia nella gestione degli impianti sia nella raccolta e smaltimento. E’ da più di un anno che lo sto sostenendo, e continuo a ritenere che questa sia la strada. Oggi prendo atto favorevolmente della decisione valutata e alla fine maturata dal Consiglio d’Ambito».
E qual è lo stato di salute di Irpiniambiente?
«Allora: quando l’Ato ha deciso di costituire una nuova società, i costi erano a carico dei comuni: intanto una liquidità intorno ai 4 milioni a cui sempre i comuni dovevano far fronte fin da subito, poi l’apertura di una linea di credito per altri cinque milioni, poi ancora un piano di acquisto dei mezzi, per altri 25 milioni che diventavano 35. E come è immaginabile una cosa simile, con la penuria di risorse di tutti i comuni? Se c’è una società già esistente, perché svenare ulteriormente le casse comunali? Lo trovo assurdo. Quanto a Irpiniambiente, finalmente produce utili: dopo la chiusura del bilancio 2022 con un passivo di quattro milioni e due, poi ripianato, nel 2023 si registra un milione di utili, quelli veri, non appostati. Secondo me è un’esperienza che non dobbiamo buttare a mare, ma un patrimonio da rivalutare. Ne sono convinto, continuerò a spiegarlo ai sindaci, cosa che sto facendo da più di un anno».
C’è poi il capitolo dell’impiantistica.
«Ripeto, al centro resta la gestione pubblica del settore rifiuti, ma questo vale anche per l’mpiantistica, da affidare al pubblico, non al privato come qualcuno sta immaginando in questi giorni. Già intravedo lo scenario, in caso di privatizzazione: i comuni che si presentano, per esempio, davanti allo Stir, ma devono bussare con i piedi e trattare per ottenere lo smaltimento dei rifiuti. No, la gestione dei rifiuti è materia delicata e complessa, a va gestita dal pubblico, in maniera trasparente, corretta, da gente competente. Così come avviene adesso».
Ivana Picariello