Questa mattina, presso il Consiglio Regionale della Campania, è stata presentata la Relazione Annuale 2024 del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello. Un documento che fotografa un quadro drammatico in Campania: sovraffollamento cronico, emergenza salute mentale, aumento dei suicidi, carenze nel reinserimento lavorativo e un approccio securitario che aggrava l’emergenza.
In Campania sono rinchiusi 7.509 detenuti, ma i posti disponibili sono appena 5.584: un tasso di sovraffollamento del 134,5%. A Poggioreale viaggia al 155,45%, a Benevento al 154,55% e a Salerno al 154,18%. Celle pensate per accogliere uno, spesso ospitano due o tre persone, con il risultato di tensioni continue e violazioni degli standard minimali di spazio ( 3 m ² per detenuto).
Il 2024 è stato l’anno con il più alto numero di suicidi in carcere da 30 anni: 90 a livello nazionale, 11 in Campania ( 4 a Poggioreale). Tra le vittime, spicca il dato sugli stranieri: 44 dei 90 suicidi nazionali riguardano detenuti non italiani, 3 dei quali in Campania. A questi si aggiungono 214 tentativi di suicidio, 1.080 atti di autolesionismo e 629 aggressioni tra detenuti, con il solo Poggioreale che registra 345 autolesionismi e 36 tentativi di suicidio.
A dicembre 2024 nei 15 istituti penitenziari della Campania si contavano 7.509 detenuti di cui 892 stranieri e 349 donne, a fronte di 5584 posti. “Abbiamo 2.000 ‘diversamente liberi’ in più” ha sottolineato Ciambriello. A Poggioreale l’indice di sovraffollamento è del 155,45%, seguono Benevento con 154,55%, Salerno con 154%, Sant’Angelo dei Lombardi con 146%, Ariano Irpino con 131% e Bellizzi Irpino con 116%.
Ci sono 374 detenuti che devono scontare una pena di 6 mesi, 440 da 6 mesi a 1 anno, 1117 da 1 anno a 2 anni e 875 sono i condannati da 2 a 3 anni. Le persone con condanna definitiva fino a 3 anni sono 479, 249 quelle con condanna definitiva fino a 2 anni, 66 le persone con condanna a 1 anno.
Per quanto riguarda le età dei detenuti, al 30 giugno 2024 in carcere erano presenti 94 giovani dai 18 ai 21 anni, 308 persone dai 21 ai 24 anni, 594 detenuti dai 60 ai 69 anni e 143 le persone con più di 70 anni. Sono 695 i giovani dai 18 ai 29 anni che hanno commesso per la prima volta un reato. Preoccupante, invece, l’aumento della criminalità minorile: sono 99 i minori detenuti, di cui 76 all’Ipm di Nisida e 28 ad Airola. “Il 72% dei 2.692 reati commessi nel 2024 è attribuito a ragazzi tra i 14 e i 17 anni, segno di una profonda emergenza sociale in Campania”.
Nel corso dell’anno passato sono stati sequestrati oggetti non ammessi (droga, cellulari e altro) 1.029 volte nelle camere per il pernottamento, 174 volte nelle sale colloqui. Registrate 4135 infrazioni disciplinari e negli istituti minorili la situazione non tende a migliorare con 428 eventi critici in 2 carceri (Nisida e Airola), tra cui 1 suicidio.
Prendendo in riferimento quest’ultimo dato, i numeri di suicidi sono aumentati sia a livello nazionale che regionale. In Italia nel 2023 il numero di suicidi è stato 68 e nel 2024 ben 90; in Campania 11 suicidi (nel 2023 se ne erano registrati solo 5) di cui 1 a Salerno. I tentativi di suicidio sono stati 214 lo scorso anno mentre nel 2023 156. Sono 629 le aggressioni nei confronti di altri detenuti, 1110 gli scioperi della fame, decrescono gli atti di autolesionismo (9 quelli tra i minori). 2758 è il numero di detenuti che lavorano.
Il personale penitenziario in Campania in pianta organica è di 3706 agenti, ma effettivamente presenti ce ne sono 3.264. In aumento, infine, il numero di alcuni funzionari che lavorano all’interno degli istituti penitenziari.In Campania le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza si riducono a due soli presidi: la Rems di San Nicola Baronia e quella di Calvi Risorta, che ospitano in tutto appena 39 uomini ( 19 nella prima, 20 nella seconda). Ogni struttura offre dieci camere doppie, ma la mancanza di mediatori linguistico- culturali a Calvi Risorta rende complicata la comunicazione con chi arriva da contesti diversi; qui, come altrove, si avverte la carenza di psichiatri, infermieri e di personale addetto alla vigilanza, nonostante il prezioso contributo di tre associazioni locali che animano laboratori di cucina, orticoltura e teatro.
Anche a San Nicola Baronia si registra l’urgenza di potenziare l’equipe psichiatrica: la sede, isolata dai mezzi pubblici, conta in media 18 uscite settimanali — momenti fondamentali per il reinserimento, ma spesso messi a rischio da spazi e risorse limitati. Tra gli eventi critici segnalati nel corso dell’anno, spiccano due allontanamenti e altrettanti atti di autolesionismo, mentre un piccolo barlume di speranza arriva dall’iscrizione universitaria di un internato, che ha sostenuto con successo alcuni esami. «Con questo dato — ricorda il Garante Ciambriello — rinnovo l’appello, ai sensi del comma 5 dell’art. 123 del Regolamento, affinché la Giunta regionale proceda senza indugi alla realizzazione di una nuova Rems, adeguando l’offerta di cure psichiche e psichiatriche alle reali esigenze del territorio».
Le detenute in Campania sono 351, di cui 41 straniere, ma l’unico istituto a custodia attenuata per madri – l’Icam di Lauro – è stato chiuso dopo costosi lavori. Dal 20 maggio le donne di Pozzuoli sono state trasferite in blocco, anche fuori regione, spezzando legami familiari fondamentali. E poi c’è la situazione delle carceri minorili. La riforma “Decreto Caivano” ha aumentato del 30% i minorenni negli Ipm, portandoli a 99 in Campania e 278 presi in carico. Tra i 14– 17 anni, i reati principali sono rapine ( 283), furti ( 171), lesioni ( 506) e omicidi volontari ( 44), quasi triplicati rispetto al 2023. Nei due istituti minorili ( Nisida e Airola) si contano 323 eventi critici, tra cui 213 infrazioni disciplinari e 9 autolesionismi.
I Centri di Prima Accoglienza ( Cpa) rappresentano la prima tappa del percorso giudiziario per i minorenni fermati in flagranza o accompagnati dagli agenti: alle dipendenze del Procuratore della Repubblica per i minorenni, questi centri accolgono i ragazzi fino all’udienza di convalida, che il Gip è tenuto a celebrare entro 96 ore dalla detenzione, valutando se confermare il fermo o applicare una delle misure cautelari previste per l’età. In Campania ne operano tre: quello di Napoli, il centro femminile di Nisida e il Cpa di Salerno, che nel 2024 hanno ospitato 169 giovani. Di questi, 163 erano fra i 14 e i 17 anni ( solo 24 stranieri), mentre 6 avevano tra i 18 e i 25 anni ( 2 stranieri): un’inversione di tendenza rispetto al panorama nazionale, dove a prevalere nei Cpa sono i minori non comunitari. Questo dato sottolinea una specificità campana, dove i ragazzi italiani restano la maggioranza tra gli accolti.
Nel corso della presentazione del Rapporto 2024 il Garante campano dei detenuti ha rinnovato l’invito al ministro della Giustizia Carlo Nordio a fare un provvedimento di indulto, nonostante la contrarietà espressa dallo stesso Guardasigilli, per il quale indulto e amnistia non sono la strada per risolvere il problema. Eppure, argomenta Ciambriello che cita il caso della Campania, «qui ci sono 814 detenuti, non per reati di sangue né di camorra o di corruzione, che stanno scontando un anno di carcere e 374 con una condanna di 6 mesi. Ora io dico ai direttori delle carceri, vediamo come possiamo mandare queste persone in misure alternative al carcere».