Un quadro emergenziale e preoccupante quello che emerge dalla relazione annuale sulle condizioni delle carceri campane, degli SPDC (servizi psichiatrici di diagnosi e cura) e delle REMS (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), presentato, questa mattina presso il circolo della stampa di Avellino presentata dal garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello.
Al centro della relazione, i dati e le problematiche emerse nel territorio della provincia di Avellino, con particolare attenzione agli istituti penitenziari e alle strutture sanitarie dedicate alla salute mentale.Nel suo intervento, Ciambriello ha sottolineato la persistente criticità del sovraffollamento carcerario e le difficoltà strutturali del sistema, evidenziando come le problematiche sanitarie nei penitenziari siano aggravate da una gestione che, pur essendo formalmente assegnata al servizio sanitario nazionale, presenta ancora significative carenze applicative.
“Colpisce il silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere”, ha dichiarato Ciambriello. “Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Da ormai 15 anni l’assistenza sanitaria dei detenuti è di competenza del servizio sanitario nazionale, gli istituti di pena avellinesi non sono esenti da aspetti critici che di fatto non permettono l’attuazione di un sistema efficiente di tutela sanitaria”.
“La situazione carceraria nella provincia di Avellino, fotografata in bianco e nero dagli istituti penitenziari, evidenzia un preoccupante sovraffollamento. Attualmente, sono presenti 1.041 detenuti, 200 oltre la capienza regolamentare, di cui 123 stranieri. Nel corso dello scorso anno, si sono verificati due suicidi, entrambi nel carcere di Ariano Irpino. I tentativi di suicidio sono stati 47: 14 ad Ariano, 25 a Bellizzi Irpino e 8 a Sant’Angelo dei Lombardi. A questi si aggiungono 198 atti di autolesionismo, sintomo di un grave disagio psichico diffuso.
In Campania, i detenuti tossicodipendenti sono 1.793; nella sola provincia di Avellino ne risultano 139. La distribuzione è eterogenea: 15 a Bellizzi, 43 a Sant’Angelo, 81 ad Ariano. È evidente la necessità di istituire un centro per l’emersione, la riabilitazione e il trattamento (CERT) in loco. Il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, un tempo esempio di trattamento sperimentale avanzato, oggi rischia di perdere la propria vocazione: dei 43 tossicodipendenti presenti, alcuni sono stati trasferiti per motivi di ordine e sicurezza.
Un dato che colpisce è la presenza, negli istituti avellinesi, di 14 giovani al loro primo ingresso in carcere, di età compresa tra i 18 e i 21 anni. Vi sono inoltre 48 detenuti tra i 21 e i 24 anni. Per questo propongo di predisporre, negli istituti che ospitano per la prima volta giovani detenuti, sezioni apposite in cui attuare un trattamento differenziato rispetto a chi presenta recidive o comportamenti consolidati. Si registra anche la presenza di 29 detenuti ultrasettantenni. Sul fronte dell’esecuzione penale esterna, le persone in carico sono 1.758. Dall’inizio del 2025, 701 sono in affidamento in prova, messe alla prova o agli arresti domiciliari. Tuttavia, le assistenti sociali e le figure preposte al loro monitoraggio risultano numericamente insufficienti.
Poi Ciambriello segnala le criticità più gravi nella provincia: “Bellizzi Irpino è tra i primi trenta istituti italiani per numero di tentativi di suicidio e atti di autolesionismo; a Sant’Angelo dei Lombardi, invece, è stata chiusa da oltre un anno una sezione dedicata a detenuti con disturbi psichici, composta da 10 posti letto. Tale chiusura è avvenuta per mancanza di psichiatri e professionisti.
Propongo di riaprire quella sezione, o in alternativa di attivarne una presso il carcere femminile di Avellino, trasferendo le detenute in un altro istituto sottoutilizzato. Occorre agire con urgenza: le aggressioni fra detenuti sono numerose – ben 136 nel corso dell’anno – e 93 quelle ai danni del personale”.
In totale, nel solo ultimo anno, sono stati registrati 2.077 eventi critici. “Serve una nuova governance degli istituti. A oggi, dal mese di ottobre, la direzione del carcere di Bellizzi Irpino è affidata a una reggente. Anche la direzione di Ariano Irpino è in capo alla dottoressa Dante, la quale però vi si reca solo un paio di giorni a settimana, essendo impegnata anche a Sant’Angelo dei Lombardi. Senza la stabilizzazione delle direzioni, delle aree educative e del comando della polizia penitenziaria, risulta impossibile elaborare proposte operative efficaci.
Un ulteriore dato, sorprendentemente ignorato anche dalla stampa, riguarda il numero elevatissimo di trasferimenti sanitari. Solo ad Ariano Irpino, in un anno, ben 700 volte è stato necessario accompagnare detenuti in ospedale, anche a Napoli. Tuttavia, spesso mancava il nucleo di traduzione incaricato del trasferimento. Quando un detenuto non può essere accompagnato a una visita o a un’operazione, la frustrazione sfocia in proteste, aggressioni, isolamento. È dunque urgente potenziare i nuclei di traduzione per garantire il diritto alla salute.Questo è un modo concreto per iniziare con consapevolezza il nuovo anno, riorganizzando il sistema nel suo complesso. Esistono, è vero, alcune buone prassi, grazie al lavoro di associazioni, del garante provinciale Mele, di cappellani volenterosi. Ma il volontariato resta carente, in particolare nei carceri di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi”.
“La città di Avellino dovrebbe andare oltre le mura dell’indifferenza: il carcere non può essere rimosso dal discorso pubblico. Infine, alla domanda se vi sia stato un miglioramento o un peggioramento rispetto all’anno precedente, dobbiamo purtroppo constatare un peggioramento generalizzato: il numero degli agenti di polizia penitenziaria è inferiore al necessario e ogni giorno decine di unità mancano per malattia, permessi o altre cause giustificate. Aumentano i tentativi di suicidio, le aggressioni e, non da ultimo, i sequestri: 224 episodi, tra telefoni cellulari e droga, rinvenuti nelle celle, e in 22 casi anche nelle sale colloqui. Con meno personale, diventa impossibile garantire anche le attività minime, come una partita a calcio o una visita medica. In alcuni casi, nel carcere di Bellizzi Irpino, i detenuti non sono stati neppure accompagnati per mancanza di agenti”.