“Ha dato tanto alla politica. Quando si commemora qualcuno si dice sempre è stato il migliore, ma nel suo caso si tratta di un personaggio il cui valore è anche superiore alla considerazione da lui ricevuta”. Così l ‘ex segretario dell’ Udc Pierferdinando Casini ha ricordato Gerardo Bianco a margine dell’ incontro di oggi al conservatorio Cimarosa di Avellino promosso dalla fondazione Guido Dorso e dal Corriere dell’Irpinia.
“E stato elegante, coerente e intelligente, ha servito la politica ma non se ne è servito, sempre rigoroso nella gestione del potere”. E sul progetto di rilanciare i popolari chiarisce “Non mi riguarda, non è un mio problema”
Significativa la testimonianza del suo conterraneo ed ex parlamentare Ortensio Zecchino. “Quella di Bianco è stata una posizione originale nella Dc in un tempo in cui prevaleva il correntismo. È riuscito a rivestire cariche di prestigio malgrado non appartenesse a nessuna corrente”.
Zecchino ricorda le doti umane di Bianco: “La sua cultura era umanità, riusciva a interloquire con tutti, conosceva le armi dell’ironia e dell’autoironia. Era convinto che politica e cultura non dovessero essere spazi separati ma strettamente collegati. Il suo riferimento era De Sanctis, di cui era l’erede. I grandi maestri non dettano linee ma inculcano principi. Gerardo è stato un maestro di rigore e libertà che ha avuto grandi allievi. Ha saputo interpretare un modo giusto di vivere la politica”. Sottolinea come “in questi ultimi tempi avevamo ritrovato con Gerardo Bianco e Peppino Gargani una rinnovata armonia per liberare la Dc dalle incrostazioni della storia, mettendo su un comitato per gli 80 anni del partito “.